
A confondere le idee, d’altronde, ci ha pensato da subito l’ormai ex sindaco di Sulmona che prima ha chiamato a raccolta i suoi colleghi e poi senza dire niente a nessuno si è dimessa davanti alla tenda color oro di casa, mentre dietro al telefonino luccicavano gli addobbi natalizi e i pacchi regalo, quello della Snam compreso.

E non è un caso che i ventidue sono quelli per così dire di area gerosolimiana, magari anche propensi, come Gerosolimo propose nel novembre 2015, a sostituire la centrale a gas con quella elettrica. Chissà.
Divisi, anche sull’ipotesi di ricorrere autonomamente al Tar Lazio, nonostante l’offerta messa sul tavolo oggi dal sindaco di Pratola (uno di quelli che a Roma andrà per fatti suoi e che di dimettersi non ha alcuna intenzione) di una consulenza gratuita dell’avvocato Dover Scalera. Tra chi non si fida e chi si affida alla Regione. Che d’altronde, si augura la Di Nino, vorrà essere presente in gran spolvero, insieme ai parlamentari del territorio, all’appuntamento (al momento senza risposte e conferme) con il presidente del consiglio.
Anche se sembra che D’Alfonso abbia già preso lui un appuntamento con il premier, senza troppi “turisti svedesi”, direbbe il suo collega campano De Luca, al seguito: per discuterne faccia a faccia e concordare una Snamexit. Magari una pillola indorata, una centrale elettrica, uno stop momentaneo in attesa di vedere cosa dicono le urne.

Così dopodomani tutti a Roma con i capponi sottobraccio e la fascia per impacchettarli.
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