Secondo l’Enel, e a seguito di una errata verifica presso il demanio, in pratica la società avrebbe pagato al Comune spese per terreni che effettivamente sarebbero stati espropriati fin dal 1927, anno in cui il bacino sarebbe diventato di sua proprietà. Ricostruzione dei fatti assolutamente non condivisa dal Comune e sostenuta inizialmente dal tribunale di Sulmona e in via definitiva, due giorni fa, dalla Corte d’Appello.
C’è soddisfazione da parte dell’attuale amministrazione guidata da Fernando Gatta il quale ha spiegato come l’occupazione dei terreni da parte del Ministero dei Trasporti a partire dal 1927, cioè da quando si iniziò a realizzare il lago, doveva essere preventivamente soggetta a sdemanializzazione poiché sugli stessi vige l’uso civico che non è stato eliminato con la presa in possesso. Una vicenda davvero particolare e complicata che si è conclusa con la vittoria del Comune, un risultato importante alla luce del recente passato dell’amministrazione che nel 2013 è stata costretta a dichiarare il dissesto finanziario a causa di quelle che Gatta ha definito “gestioni finanziarie allegre”.
Ora l’obiettivo è risanare il bilancio, e probabilmente ci si riuscirà entro il prossimo anno.
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