Dirigenza e pensione, ingorgo a Palazzo sul comandante Litigante

Rischia di finire sui banchi del tribunale la vicenda del pensionamento del comandante della polizia municipale Antonio Litigante che, dopo l’interrogazione presentata dai consiglieri Elisabetta Bianchi e Fabio Ranalli (che dovrebbe essere discussa martedì prossimo), minaccia denunce (ai due) e obietta alla presidenza del consiglio il fatto che l’argomento “di natura amministrativa” venga pubblicamente discusso in consiglio comunale.
Nella interrogazione, secondo Litigante, ci sarebbero affermazioni non veritiere a proposito della sua situazione previdenziale e si insinuerebbero irregolarità lì dove, sostiene, non ce ne sono.
La vicenda è abbastanza controversa e si perde nelle norme e leggi che si sono accavallate tra il 2011 e la riforma Fornero.
Sostanzialmente però si tratta di quando e come il comandante dovrà andare in pensione.
Secondo un’interpretazione, sollevata dalla Cisl agli uffici comunali, infatti, Litigante avrebbe dovuto obbligatoriamente essere messo in quiescenza a febbraio scorso quando cioè ha compiuto i 65 anni, o al più tardi il prossimo 1 aprile, quando cioè, invece, maturerà i 42 anni e 10 mesi di contributi.
In realtà così non sembra essere, perché il requisito dei 65 anni scatta per coloro che al 31 dicembre del 2011 avevano raggiunto la cosiddetta quota 96 (la somma cioè tra età e anni di servizio) e Litigante, a quella data, non aveva questi requisiti. E non sembra avere neanche quelli della legge Fornero che stabilisce che chi al compimento dei 65 anni ha maturato 42 anni e 10 mesi di contributi deve obbligatoriamente andare in pensione: Litigante infatti gli anni contributivi li maturerà il 1 aprile, cioè dopo il compimento dei 65 anni, e quindi non rientrerebbe neanche in questa fattispecie.
“In caso contrario – dice la legge e conferma anche una recente sentenza della Cassazione – il rapporto di lavoro prosegue fino all’età per la vecchiaia”, che nel caso del comandante in carica scatterebbe a febbraio del 2020, ovvero al raggiungimento dei 67 anni.
Il Comune solo il 27 febbraio scorso ha posto anche un quesito all’Inps, alla Corte dei Conti e al ministero dell’Interno, ma finora non ha ricevuto alcuna risposta.
La vicenda non è di così secondaria importanza, però, perché non riguarda solo le sorti personali e pensionistiche del comandante, ma anche e soprattutto la riorganizzazione della macchina amministrativa, da tutti definita la priorità delle priorità.
La sua definitiva approvazione si sarebbe bloccata anche in attesa di dirimere questa controversia sindacale, perché nel caso Litigante non dovesse andare in pensione, il Comune dovrebbe assegnargli, come prevede la legge regionale, l’incarico da dirigente nel nuovo organigramma di palazzo San Francesco, annettendo alle sue competenze, oltre alla polizia municipale, anche i trasporti, la manutenzione e il patrimonio.
Per superare questo passaggio, però, il Comune dovrà prima recepire la legge regionale in questione e per farlo dovrà approvare un regolamento specifico che, però, definirebbe con certezza il ruolo del comandante che, finora, è stato oggetto di diverse cause civili tutte perse dal Comune.

2 Commenti su "Dirigenza e pensione, ingorgo a Palazzo sul comandante Litigante"

  1. Litigante sa come “litigare” con il Comune ed esserne sempre ben ripagato con gli indennizzi.
    “Ricorsi” di storia.
    Non aspettava di meglio.
    E il cittadino paga!!!

  2. bene,il problema e’ l’incarico” dirigente” con competenze…di sicuro non il Sig.Litigante che si e’ sempre adeguato ai fatti,sempre in risposta alle azioni dei politici di passaggio,che pensano di poter fare come meglio credono,tanto per il conto finale paga il Cittadino….gli attuali amministratori e consiliatura ,sono incapaci di prendere decisioni,pensano agli interessi particolari di cui i colori di riferimento,di amministrare per il bene e benessere del territorio e dei residenti non interessa a nessuno,i servizi da erogare,nessuno escluso non sono prioritari,si guarda dall’altra parte,le responsabilita’ sono dei dirigenti,dei manager pagati per ottenere risultati,in mancanza degli obbiettivi pedate nel sedere….purtroppo i delegati sono tutti inconcludenti,inutili,inefficaci,dunque il Comandante e’ colpevole…. di che ? Esige,il rispetto ,l’osservanza delle leggi …o no?

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