L’autopsia non chiarisce le cause della morte di Antonio, spunta l’ipotesi degli integratori

L’autopsia eseguita oggi sul corpo di Antonio Di Pillo, il diciannovenne morto sabato nella sua abitazione di Pratola Peligna, non ha ancora chiarito le cause del decesso. L’esame autoptico disposto dalla procura della Repubblica di Sulmona ed effettuato dal medico legale Luigi Miccolis, non ha evidenziato al momento particolari elementi che possano chiarire il perché il cuore di un diciottenne (avrebbe compiuto diciannove anni a settembre) possa essersi fermato improvvisamente.
Ad oggi sul referto si parla di arresto cardiaco, ma saranno gli esami istologici e tossicologici, i cui risultati saranno pronti tra trenta giorni, a chiarire se quell’infarto sia stato indotto da qualche sostanza.
“Tutte le ipotesi restano aperte” spiega il medico legale, a cui la procura ha segnalato una serie di contenitori trovati nella stanza e il cui contenuto è ora al vaglio degli inquirenti.
Potrebbe trattarsi di integratori, di quelli cioè che girano, più o meno lecitamente, tra gli appassionati di palestra, attività che Antonio svolgeva regolarmente.
Un’altra delle ipotesi fatte dai carabinieri che indagano sulla morte dello studente dell’Itis, è infatti che il suo fisico sia stato sottoposto ad uno stress da integratori, forse mischiati con qualche altra sostanza.
Presto per dirlo, però, perché solo gli esami approfonditi disposti dalla procura potranno chiarire tra un mesetto se quel giovane cuore stroncato, sia stato compromesso da fattori esterni.
Non si è trattato comunque di un soffocamento dovuto a reflusso (altra ipotesi avanzata), né di avvelenamento.
In attesa del responso degli esami, intanto, i carabinieri continuano ad indagare tra amici e conoscenti, alla ricerca di un indizio che possa aiutare a chiarire questa morte.
La salma, nel frattempo, è stata restituita alla famiglia e domani  si celebraranno i funerali nella tensostruttura parrocchiale (ore 16,30) a Pratola.

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