Legge Urbanistica: stop del Governo alle deroghe. Blasioli: “La Regione corre ai ripari per evitare l’impugnativa”

Confronto e dialogo sulle deroghe e sulla nuova legge regionale sull’Urbanistica. Sono le due richieste fatte alla giunta Marsilio fatte dal consigliere regionale dem e vice presidente del consiglio Antonio Blasioli. L’esponente del Partito Democratico è intervenuto in merito alla discussione del 13 giugno in consiglio regionale del progetto di legge sulla Leale collaborazione tra Regione Abruzzo e Governo. La norma ha l’obiettivo di scongiurare l’impugnativa delle leggi regionali dinanzi alla Corte Costituzionale ponendo rimedio ai profili di illegittimità sollevati dal consiglio dei ministri.

Alcuni di questi rilievi sono relativi ad una materia molto delicata come l’urbanistica, già oggetto degli interventi di Blasioli in consiglio. “Dinanzi alle nostre rimostranze – commenta Blasioli – la Regione ha fatto a lungo orecchie da mercante, almeno fino a quando non è arrivato l’intervento del Governo, che ha impugnato la legge alla Corte Costituzionale costringendo il centrodestra abruzzese a rivedere, almeno in parte, le proprie scelte”.

Il Consiglio regionale ha infatti dovuto fare i conti con una durissima lettera del Ministero della Cultura, a cui ha posto rimedio con gli articoli 1 e 6 del progetto di legge in discussione. In particolare, nell’articolo 1 oltre al mancato coinvolgimento in fase di stesura della norma, il ministero ha contestato alla Regione anche la mancata previsione della preminenza del Piano Paesaggistico Regionale sugli altri Piani.

“Su questi due aspetti – spiega Blasioli – la Regione interviene solo in parte, dato che se da un lato coinvolge il Ministero della Cultura, e quindi le Sovrintendenze, tra gli enti coinvolti nella pianificazione anche nella fase preliminare, dall’altro continua a operare in assenza del piano paesaggistico regionale. Per quanto concerne altri aspetti invece la Regione continua a tirare dritto, per esempio sulla “stabilizzazione” della disciplina derogatoria del Decreto Sviluppo, inserita nella nuova Legge Urbanistica. Il Ministero fa presente che gli incentivi volumetrici, fino all’85% in caso di demolizione e ricostruzione, potrebbero generare problemi fino a minare la pianificazione operata dai piani regolatori (ora diventati Piani Territoriali). Lo avevamo più volte denunciato in aula anche noi, ma su questo aspetto, nonostante il parere del Ministero, la Regione non ha ritenuto di intervenire”.

L’altra bocciatura per la nuova legge Urbanistica è arrivata dal Ministero delle Infrastrutture e riguarda le proroghe di fine anno incluse nella legge di stabilità, che ha differito al 31 dicembre il termine per l’utilizzo degli incentivi del “Piano casa”, e quello relativo alla realizzazione dei vani sottotetto e interrati, dei quali poter effettuare il recupero urbanistico ai fini residenziali. Secondo il Ministero, queste proroghe sarebbero ingiustificate in quanto mirano a rendere permanenti misure derogatorie legate perlopiù a eventi eccezionali, come il terremoto per quanto riguarda il “piano casa”. Una scelta che va a incidere pesantemente sul rispetto degli standard urbanistici e su qualsiasi disciplina di programmazione adottata al livello comunale, e che, sempre a giudizio del Ministero, lede il principio dell’Art. 117 della Costituzione “per contrasto con il principio fondamentale della materia governo del territorio, in base al quale gli interventi di trasformazione edilizia e urbanistica sarebbero consentiti soltanto nel quadro della pianificazione urbanistica”. Con l’articolo 6 la Regione ha scelto di tornare sui suoi passi per quanto concerne la proroga del “piano casa”, in compenso ha però confermato quelle relative a sottotetti e vani accessori anche interrati.

“Mi auguro- conclude Blasioli – che nel corso di questa consiliatura, anche a seguito delle osservazioni del Governo – che ricordiamo essere dello stesso colore politico della giunta Marsilio – possano aumentare le occasioni di confronto su una materia così delicata come l’urbanistica, che riguarda da vicino la vita delle città e delle comunità, e che la Regione d’ora in poi possa cambiare registro, mettendo da parte “leggine”, emendamenti intrusi e discipline derogatorie che diventano permanenti”.

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