“L’ufficio non è in grado di rispettare i tempi di evasione della pratica con conseguente ritardo, a causa della nota e più volte evidenziata carenza di personale che affligge da lungo periodo (anni) il settore di appartenenza”. Se non fosse messo nero su bianco, si farebbe fatica a credere che una risposta del genere possa essere arrivata ad un imprenditore da parte di un ufficio pubblico. Ma sulla pec recapitata questa mattina alla società Sara, c’è tanto di firma del dirigente del quarto settore del Comune di Sulmona Amedeo D’Eramo “in sostituzione – tiene a precisare – del responsabile del procedimento arch. Barbara D’Aprile perché assente”.
Siamo alle solite, alla macchina amministrativa che non funziona, che non esiste nella sostanza; quella macchina che non è stata neanche portata dal “meccanico” per una precisa volontà politica.
E che, questa volta, ha come effetto quello di bloccare un cantiere edile da circa 2 milioni di euro e diverse decine di migliaia di euro di oneri di urbanizzazione che dovrebbero rientrare nelle casse comunali.
Ma qual è il gravoso compito richiesto al quarto settore? Quale difficile pratica è da sbrigare?
Una semplice, semplicissima valutazione di congruità delle somme quantificate a titolo di monetizzazione. In altre parole una relazione sulle somme che il costruttore deve dare in sostituzione dei servizi previsti per la realizzazione dell’opera (in questo caso una palazzina) e che sono già state calcolate da un professionista privato. Insomma il Comune dovrebbe dire se la cifra “offerta” e tra l’altro calcolata su parametri prefissati, è giusta o meno. Un lavoro da un quarto d’ora a metterci dentro anche la pausa caffè.
Così il cantiere, che riguarda la demolizione e ricostruzione di un edificio in via Virgilia D’Andrea (per intendersi quel rudere acchiappatopi che sta di fronte alla sede chiusa dell’Itcg), resta sospeso, nonostante il permesso a costruire fosse stato già richiesto dal settembre dello scorso anno.
“Mi rivolgerò al prefetto – avverte l’imprenditore titolare della licenza – il ritardo è già scandaloso di per sé e la risposta dataci dal Comune ha il sapore di una beffa. Così non si aiuta l’impresa, la si ostacola, non si fa ripartire l’economia”.
Dal Comune spallucce: in fondo manca il personale.
bene,quel signore presidente di tutto,che quando si attiva ,interviene, riesce in tutto,con risultati incredibili,ultimo: il blocco dei tagli(per i miracoli ?)…almeno cosi’ racconta,si il vanitoso presidentissimo,potrebbe con le sue “virtu’ & facolta'” risolvere il problema,qualche pedata e’ d’obbligo,poi la riforma Madia,stabilisce: obblighi,doveri per l’espletamento delle pratiche…
con punizioni per dirigenti,addetti,ecc,quindi battere i piedi,energeticamente,o no?