Manca studio sismico: i Comitati chiedono lo stop della Via sul metanodotto Snam

Hanno chiesto e ottenuto di mettere a verbale che “è necessario lo studio sismico da parte dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia commissionato dal Ministero dello sviluppo economico prima di ogni esame e validazione delle prescrizioni relative al metanodotto SNAM”. Così i Comitati cittadini per l’Ambiente di Sulmona che in occasione della riunione del comitato di coordinamento VIA della Regione Abruzzo svoltasi ieri, hanno ribadito le ragioni della loro contrarietà alla realizzazione della contestata infrastruttura.

A partire dalla Valutazione di Impatto Ambientale del 2011 relativa al tratto Sulmona – Foligno della Linea Adriatica che “è da ritenersi decaduta”, come sancito dalla sentenza del Consiglio di Stato n. 3937 del 2020 per la quale la durata massima della VIA è di cinque anni, comprese quelle rilasciate per progetti presentati prima del 2008, come nel caso del metanodotto SNAM.

A sostegno di quanto asserito dai Comitati cittadini le dichiarazioni del presidente dell’INGV Carlo Doglioni che, nella puntata di Presadiretta andata in onda lunedì scorso su Rai3, ha affermato che non esiste uno studio sismico sul tracciato scelto dalla SNAM per il passaggio della infrastruttura. Uno studio indispensabile per “individuare probabili faglie sismogenetiche attive e capaci” in un territorio che dalla Valle Peligna all’intero Appennino comprende aree ad elevata pericolosità sismica. Non adeguatamente valutate a suo tempo dalla SNAM, come dimostra lo studio effettuato dalla multinazionale a dir poco “carente sia per quanto riguarda l’azione sismica che la fagliazione”. Con valori reali di amplificazione locale sottostimati, afferma sempre Doglioni, dal momento che quelli reali “sono più del doppio di quelli adottati dalla SNAM”.

Reale contezza “dell’azione sismica di progetto con la quale confrontare l’opera e verificare il comportamento dinamico sia per quanto riguarda la liquefazione che la stabilità dei versanti del terreno”, questo chiedono i Comitati all’INGV con uno studio che, al di là dei tentativi compiuti dalla SNAM per rassicurare la popolazione sulla sicurezza dei propri impianti, faccia finalmente chiarezza su un’opera sentita che la comunità sente come inutile e pericolosa.

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