Marelli, Di Girolamo deposita interrogazione indirizzata al ministro Urso

Spronata dai sindacati, la politica ha risposto. E’ della senatrice pentastellata Gabriella Di Girolamo la prima reazione al comunicato odierno sul rischio ridimensionamento della Marelli. Di Girolamo nel pomeriggio ha depositato un’altra interrogazione urgente sulla situazione dello stabilimento Marelli di Sulmona.

Nel corpo dell’interrogazione, indirizzata al ministro Adolfo Urso, la senatrice grillina chiede se e quali azioni concrete siano state ad oggi messe in campo per tutelare i livelli occupazionali e produttivi dello stabilimento Marelli di Sulmona e del relativo indotto. E poi quali sono gli esiti del confronto sul tema con il Gruppo Stellantis, al quale Marelli è legata con una sorta di cordone ombelicale.

“Spiace constatare – commenta Di Girolamo – come ad oggi le promesse fatte dal governo non siano state mantenute, anzi. Lo scorso mese di ottobre il governo, in risposta a una mia interrogazione e per bocca del Sottosegretario Bergamotto, assicurava massimo impegno e testualmente che “tra le priorità di questo Governo vi è quella di accompagnare il complessivo rilancio della produzione dell’intero settore automotive, ivi compresi gli importanti stabilimenti del gruppo Marelli, che in Abruzzo, come del resto per l’intero Paese, rappresentano una rilevante risorsa economica e occupazionale.”

La senatrice sulmonese torna sul problema della precarietà delle posizioni lavorative all’interno dello stabilimento. Un futuro poco limpido per decine di famiglie, lasciate sprofondare nel limbo dell’incertezza. “Se qualcosa è andato storto rispetto a quanto programmato dal governo – e questo appare evidente – o se non si è capaci di fornire risposte adeguate, bisogna avere la franchezza di dirlo chiaramente. Devono smetterla di giocare con il futuro di lavoratori e famiglie”.

1 Commento su "Marelli, Di Girolamo deposita interrogazione indirizzata al ministro Urso"

  1. Elisabetta Bianchi | 10 Luglio 2024 at 22:00 | Rispondi

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    CROLLO PRODUZIONE STELLANTIS: URSO VS ELKANN,
    AUTOMOTIVE ABRUZZO TIENE, MA FUTURO INCERTO
    10 Luglio 2024 15:07

    REGIONE – ECONOMIA

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    CHIETI – I volumi produttivi delle fabbriche italiane di Stellantis, che comprende anche il polo dell’automotive della Val di Sangro in Abruzzo, vero motore economico della regione, hanno registrato un forte calo nel primo semestre di quest’anno.

    Tra gennaio e giugno, sono infatti usciti dai cancelli dei vari siti 303.510 veicoli, il 25,2% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, soprattutto a causa dell’andamento delle vetture: -35,9%, per 186.510 unità.

    E se l’andamento riscontrato nel primo semestre 2024 venisse confermato nei prossimi mesi e senza inversione di tendenza per gli incentivi, partiti di fatto nel mese di giugno 2024, la produzione complessiva si attesterà intorno alle 500 mila unità, al di sotto delle 751 mila del 2023 e a metà strada dall’obiettivo di un milione di veicoli nel 2030 stabilito a livello governativo.

    A subire flessioni “molto significative” i principali siti produttivi : -63,5% per Mirafiori, -73,3% per Modena, -38,7% per Cassino e -57,6% per Melfi.

    A salvarsi dal profondo rosso sono solo gli stabilimenti Atessa in Abruzzo e di Pomigliano d’Arco in Campania. Ma c’è poco da dormire sugli allori.

    Ad Atessa infatti i veicoli commerciali della Sevel-Fiat Professional fanno segnare +2%. Ma i sindacati fanno notare anche che sono 250.000 veicoli commerciali Lvcda prodotti, su 750.000 programmati e la produzione giornaliera dei cabinati presso la ex Sevel è calata da 400 a 100. Dal 15 giugno sono in cassa integrazione tra 400 e 600 unità lavorative e saranno 800 da agosto con la riduzione di un turno.

    Davanti a questi numeri della produzione Stellantis in Italia, Adolfio Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy ha così lanciato un avvertimento alla famiglia Elkann: o Stellantis aumenta la produzione in Italia oppure gli incentivi previsti saranno dirottati verso altre imprese.

    “Se gli incentivi auto in vigore non aumenteranno la produzione di Stellantis in Italia dirotteremo le risorse diversamente, sostenendo la filiera dell’ automotive nel nostro Paese – ha detto Urso. L’aumento della produzione di auto in Italia potrà essere verificato tra qualche settimana. Ma se questa condizione non si dovesse realizzare, allora gli incentivi saranno indirizzati in altro modo. Gli incentivi auto, ad un mese dalla loro attivazione, hanno invece raggiunto gli altri due obiettivi- ha detto sempre Urso,-ovvero quello della rottamazione di una vecchia auto e la sua sostituzione con un mezzo ecologico e meno inquinante, e il sostegno ai redditi bassi nell’acquisto di un’auto sostenibile”.

    Domani al Lingotto di Torino, John Elkann celebrerà i 125 anni della Fiat, nella Pinacoteca Agnelli, dove sarà allestito e presentato un nuovo spazio chiamato Casa Fiat, e sarà presentata la Fiat Grande Panda, l’erede elettrica e ipertecnologica del leggendario modello da 8 milioni di esemplari venduti, opera di Giugiaro. E dovrà necessariamente fornire le indicazioni sul futuro del Gruppo, presentando le scelte strategiche per la produzione, in particolare Mirafiori. dando così di fatto una risposta a Urso.

    E i numeri però intanto attestano un calo del solo settore auto del 35,9% con appena 186.510 macchine uscite dagli stabilimenti (erano state 291.110 tra gennaio e giugno 2023).

    Il polo produttivo torinese di Mirafiori, da gennaio al 30 giugno, ha prodotto 19.510 autovetture, il 63% in meno rispetto alle 53.330 unità rilevate nel 2023.

    Dal 19 febbraio nei giorni in attività si è utilizzato l’ammortizzatore sociale coinvolgendo mediamente 35%-40% dei 1.050 lavoratori sulla linea della 500 elettrica. La fabbrica è inoltre rimasta chiusa per 45 giornate, 19 nel primo trimestre e 26 nel secondo, su entrambe le linee produttive.

    A Melfi la produzione di Jeep Renegade, Jeep Compass e 500x è crollata dalle 110.820 ad appena 47.020 automobili con un arretramento del 57,6%.

    Nel polo Maserati di Modena si è passati da 600 ad appena 160 autovetture prodotte. Una riduzione di tre quarti che ha portato a un largo utilizzo della cassa integrazione. Storico anche il calo di Cassino, dove la produzione è arretrata del 38,7% arretrando da 25.940 autovetture a 15.900. Un dato assimilabile a quello del semestre del lockdown per il Covid.

    Nel sito campano di Pomigliano la Panda è stata confermata fino al 2029, è concentrata oltre la metà della produzione italiana con 103.920 vetture (+3,5% sul 2023). Ma non è comunque tutto oro quel che luccica: “Nei dati disaggregati Panda cresce rispetto al primo semestre del 2023 con un +20%, mentre sulla linea dell’Alfa Romeo Tonale e del Dodge Hornet riscontriamo un calo del -26%, con una flessione in peggioramento rispetto a quella riscontrata nei primi tre mesi dell’anno”, fa notare la Fim sottolineando che la flessione dei volumi ha portato già nelle ultime settimane di marzo la produzione su un unico turno e a un uso della cassa integrazione con 13 giorni di stop produttivo.

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