Mense, ritorno al paese normale. O quasi

Si torna alla normalità nelle scuole sulmonesi. Anche se di normale non c’è proprio nulla, perché iniziare la refezione scolastica con due mesi di ritardo rispetto al previsto, non è da paese normale.
Ma tant’è dopo tribolazioni, annunci, acquisti dell’ultima ora e variazioni di bilancio, oggi gli studenti delle scuole della città sono tornati a mangiare a scuola, con pasti caldi e serviti da una ditta specializzata. La Vivenda ha infatti inaugurato il suo servizio con 730 pasti caldi serviti su circa 900 iscritti: “Una percentuale che speriamo di migliorare – spiegano dalla società che gestisce la refezione – per attestarci, come prevedeva il capitolato, intorno agli 830 giornalieri”.
Dai numeri dipenderà anche la quantità di personale che sarà impiegato e che attualmente si attesta sulle trenta persone: venticinque (su ventisei) provenienti dal vecchio gestore (la Coselp) e sei nuovi assunti (due aiuto cuoco, due autisti e due addetti al servizio mensa).
L’appalto prevede la somministrazione di 42mila pasti che, a conti fatti, dovrebbero soddisfare la richiesta fino ai primi giorni di marzo; per quella data, si spera, che il Comune avrà provveduto a dare seguito alla gara europea, già oggetto di determina dirigenziale, che dovrebbe stabilizzare il servizio per i prossimi tre/cinque anni. Un appalto da circa 2,5 milioni di euro su cui si gioca una sfida importante sia da parte della Vivenda, che da parte della Coselp, la ditta di Pratola che per otto anni ha gestito il servizio.
Tra i banchi, questa mattina, anche gli assessori Anna Rita Di Loreto e Nicola Angelucci, quasi a sincerarsi del riavvio del servizio. Finalmente un cerchio che si chiude, se così si può dire.
Il primo giorno, comunque, sembra essere andato bene: “Gli addetti ci dicono che i piatti sono tornati vuoti – aggiunge la Vivenda – siamo pronti a calibrare nei prossimi giorni al meglio il servizio che, finalmente, siamo lieti sia riuscito a partire dopo gli slittamenti iniziali”.
Tornati a tavola (anche se in alcune scuole ancora tra i banchi per la mancanza di aree mensa), ora c’è da affrontare l’altra grande emergenza, quella delle palestre che, ancora oggi, vede molti studenti senza poter fare l’ora di motoria.

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