Mense scolastiche, o questa minestra o giù dalla finestra

Niente più pasti da casa e possibilità di assentarsi sporadicamente dalla tavola, se non per motivate e comunque definitive ragioni, per gli studenti delle scuole sulmonesi. Con una circolare inderogabile emessa ieri, infatti, i dirigenti degli istituti omnicomprensivi hanno stabilito che quest’anno non sarà possibile, come accaduto in passato, rinunciare al servizio mensa nelle scuole. Una decisione “conseguente ad una sentenza della Corte di Cassazione del luglio scorso – spiega la dirigente della Lombardo-Radice-Ovidio, Gabriella Di Mascio – che ha di fatto superato la circolare del Miur che lo scorso anno, nelle more della decisione dei giudici, ci aveva permesso di far portare il cibo da casa alle famiglie o di venire a riprendere gli studenti che non volevano usufruire del servizio”.

La sentenza, fase conclusiva di un ricorso avviato nel 2014 da alcuni genitori, stabilisce un principio molto netto e cioè che il “tempo mensa” fa parte a tutti gli effetti del “tempo scuola”, ovvero dell’offerta formativa e didattica e come tale, essendo momento di socializzazione, condivisione e crescita, non è nella facoltà delle famiglie rinunciarvi o modificarne le modalità, anche e soprattutto per motivi di carattere igienico-sanitario.

Ci sarà spazio comunque per le eccezioni: “Le famiglie che non vorranno usufruire del servizio mensa – continua la dirigente – dovranno motivare la loro esigenza alla dirigente e, comunque, la decisione sarà definitiva. Insomma non si può decidere di non far mangiare il proprio figlio a scuola perchè, il venerdì ad esempio, c’è il risotto con i gamberetti che non è gradito e farlo pranzare invece gli altri giorni della settimana. Tanto più che il nuovo servizio, sembra preveda anche due diversi menu da scegliere ogni giorno”. Chi decide e motiva la rinuncia, insomma, lo farà per tutto l’anno scolastico.

La mensa a Sulmona partirà martedì prossimo con i nuovi concessionari del servizio, ovvero le due ditte (la Coselp e la Ep) che in Ati hanno vinto (ma erano le uniche ad aver presentato domanda) la gara per i prossimi cinque anni (tre più due). E il dubbio di molti genitori è soprattutto per la novità: se la Coselp di Pratola Peligna è infatti conosciuta e sperimentata (per aver svolto il servizio per otto anni), dall’altra qualche preoccupazione ha suscitato nei genitori l’altra ditta che si occuperà in particolare di servire il secondo circolo (Lombardo-Radice-Ovidio), la Ep di Napoli. Questa azienda, che già serve l’ospedale e la Casa Santa dell’Annunziata, è stata infatti anche in un recente passato al centro di pesanti contestazioni in alcuni Comuni campani nei quali ha operato.

E che il sistema di controllo da parte degli utenti, di fatto, non è stato ancora attivato: per controllare la bontà dei pasti, infatti, il Comune dovrebbe costituire una commissione composta da dirigenti, docenti e genitori che, dopo un corso di formazione fatto dalla Asl, dovrebbero ispezionare e testare la qualità del cibo. “Noi abbiamo costituito un comitato interno – spiega la Di Mascio – ma attendiamo ancora che il Comune istituisca la commissione ufficiale che è poi quella delegata al controllo”.

Per il momento bisognerà fidarsi: o questa minestra o giù dalla finestra.

3 Commenti su "Mense scolastiche, o questa minestra o giù dalla finestra"

  1. Domanda, ma i bambini pranzeranno in una stanza apposita adibita a mensa e quindi con tutti i requisiti igienico sanitari, oppure in aula sui banchi spostando i libri?

  2. Già il fatto di mettere “al muro” le persone mette voglia di non usufruire del servizio, facendo fare ai bambini solo la mezza giornata e non il tempo pieno.

  3. bene, esigere il rispetto delle Leggi,tutte nessuna esclusa,con i cialtroni/vanitosi/arroganti tolleranza zero soprattutto protezione ,sicurezza,igienicita’,iniziando dalle strutture,sono idonee,sicure,tutto in regola con permessi,autorizzazioni,certificazioni ecc,ecc? I firmatari delle circolari si assumono ogni singola responsabilita’,le violazioni sono tante,i genitori,i comitati,le associazioni,i presidenti,i rappresentanti che fanno? Denunciano,chiedono l’intervento delle autorita’ di controllo,vietano l’ingresso nelle scuole(in assenza anche di un solo requisito/criterio)..o fanno finta di niente e guardano dall’altra parte? Altro che ” motivare “,o no?

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