In molti sono convinti, però, che la Casini ritirerà le sue dimissioni: in fondo la sua decisione non è stata, almeno formalmente, dettata da una crisi politica di maggioranza come è stato per i suoi predecessori, almeno non così grave ed evidente.

Quello della Casini, insomma, è rimasto un gesto isolato e tutto sommato anche snobbato, perché tolto qualche titolo di giornale, sulla vicenda della centrale Snam (motivo per il quale si è dimessa per protesta) è calato ormai da giorni un assordante silenzio. Che poi è la stessa cosa che accadde all’indomani del diniego all’intesa dato due anni fa dalla Regione, quando D’Alfonso e Gerosolimo dovettero recarsi a Roma con un accordo sulla centrale elettrica rinnegato perché pensato e contrattato senza l’avvallo dello stesso Comune di Sulmona.

Perché certo non può bastare un’altra gita a Roma da “turista svedese”, neanche se a fare da Cicerone ci sarà il governatore d’Abruzzo che spera di trasferirsi a Roma definitivamente dopo le elezioni di marzo. Ed è difficile credere che Gentiloni possa tornare indietro sui suoi passi o che possa andare oltre un impegno che lo esporrebbe anche ad un eventuale ricorso della Snam e che più in generale non trova d’accordo una grossa fetta del potere che conta (a torto o a ragione che sia).

In fondo non è che la città possa permettersi di aggiungere alle vacanze di Natale e della Befana altri preziosi giorni di stallo: ci sono gli studenti delle mense da sfamare, ad esempio, la riorganizzazione della macchina amministrativa da approvare, la convenzione sull’ufficio sisma da rinnovare, solo per fare qualche esempio impellente.
E allora eviti, il sindaco, se la sua intenzione è comunque quella di ritirare le dimissioni, quest’ulteriore perdita di tempo; l’ennesima passerella a favore dei candidati alle elezioni politiche; persino il traffico e i costi della trasferta a Roma visto l’aumento del pedaggio autostradale. Si rimetta alla guida della città, risalga a bordo, perché la nave sta affondando. Lunedì stesso, digerito il veglione dell’Epifania e il carbone della calza.
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