Non c’è la strada per l’eliporto, pazienti a rischio


Non bisogna combattere solo contro la sorte in caso di disgrazia e di bisogno, né contare solo sulla professionalità dei medici. Perché per i pazienti del Centro Abruzzo che hanno necessità di un ricovero d’urgenza che richiede l’intervento dell’eliambulanza, arrivare a destinazione, se non meglio almeno come si è partiti dall’ospedale, è già un miracolo.
E, questa volta, c’entra poco il fatto che ci si trovi in una zona montana, dove le precipitazioni nevose sono frequenti ed impediscono l’uso dell’elicottero, perché il problema è tutto e principalmente a terra.
Raggiungere la piattaforma utilizzata per l’atterraggio dei velivoli, allestita nei pressi dell’ex capannone della Elisem, di fronte alla Magneti Marelli, infatti, è una vera e propria avventura.
Di fatto la strada di accesso non esiste e le ambulanze per arrivare ai piedi della piattaforma, devono attraversare circa trecento metri di aperta campagna. Non una strada asfaltata, né brecciata: ma una vero e proprio rally tra le campagne, tra buche e rovi, che Il Germe ha documentato in un video (guarda -L’eliporto di Sulmona- nella sezione “de visu”).
Un paio di giorni fa un neonato colto da una crisi respiratoria ha rischiato di perdere l’assistenza fornita dalla speciale culla che si usa per stabilizzare il paziente proprio a causa delle vibrazioni prodotte dalla “strada” di accesso.
“Una situazione indecente e vergognosa – tuona la pediatra Gianna Tollis, sindacalista della Cisl – quei trecento metri per campi rischiano di mettere a repentaglio la vita dei pazienti e le misure di prevenzione che si adottano per salvarli. Penso non solo ai bambini intubati, ma anche ad altri pazienti e in particolare ai politraumatizzati per i quali le vibrazioni possono essere fatali”.
La situazione, se si può, diventa ancor più grave quando piove, perché il terreno si trasforma in fango e la “strada” di acceso in una specie di palude dove non è difficile che l’ambulanza si impantani.
Il problema principale è che la piattaforma è accessibile più comodamente dal cancello di ingresso dell’ex Elisem, ma essendo una capannone privato è di fatto chiuso.
Così per arrivare alla piattaforma occorre imboccare una stradina secondaria (molto secondaria) fino ad un certo punto e poi addentrarsi nella campagna dove oltre alla vegetazione ci sono diversi avvallamenti e sbalzi di terreno. Una roba da terzo mondo, con tutto il rispetto per quello che viene definito terzo mondo.
In passato le zone di atterraggio erano state individuate in altri punti (nel parcheggio della discoteca Apolcalyps o all’Incoronata), ma da diverso tempo ormai si usa questa piattaforma che oltre ad essere lontana dall’ospedale è indecorosamente irraggiungibile con i mezzi di soccorso.

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