“Una macedonia con diversi problemi normativi” lo definisce la Bianchi, “un atto senza coraggio” aggiunge Fabio Ranalli. La maggioranza difende però il documento, sottolinea la difficoltà di manovra all’interno di una riorganizzazione ospedaliera regionale dove Sulmona soffre dello scarso peso demografico e dove bisogna battersi oltre le etichette sull’efficienza dei servizi.
Insomma Sulmona non può alzare la testa perché non ne ha la forza e le carte in regola, questo il principio che contraddice tutta la premessa del documento.
Affidarsi alle promesse e agli impegni della politica, però, è quantomeno pericoloso; perché si rischia di finire come per il punto nascita dove l’esistenza in vita viene garantita personalmente dall’assessore Paolucci e quando non ci sarà più lui chissà o ancora di attendere, come si fa da un anno, che gli impegni presi in termini di investimenti vengano rispettati.
È tutta qui l’importanza dell’etichetta secondo l’opposizione, perché il “primo livello” non ha bisogno di deroghe e promesse, di lista della spesa da evadere per grazia ricevuta.
Lo sa bene il Comune di Giulianova che il percorso per il riconoscimento del primo livello, nonostante non abbia i numeri, è stato ufficialmente avviato e riconosciuto dalla Regione.
Il manager teramano Roberto Fagnano dovrà per questo presentare un’ipotesi nero su bianco entro il 30 novembre, mentre Sulmona starà ancora trovando le gambe per i suoi “tavoli”.
Signori,
scioccato dalla lettura dell’articolo e non avendo parole (e in verità le avrei)…
…questo è quanto di buono il Consiglio Comunale di Sulmona è in grado di esprimere per il bene della città.