Pacentro strage di gatti, sindaco e cittadini indignati

Non si tratterebbe di un caso isolato, a quanto pare sarebbero tanti i gatti rinvenuti morti molto probabilmente a causa di bocconi avvelenati.

Dopo Pratola e Sulmona tocca a Pacentro lanciare l’allarme, tra i cittadini c’è chi parla addirittura di una decina di felini trovati senza vita, alcuni in via San Francesco come riferisce Gabriella Tunno di Code Felici. C’è chi teme per il proprio animale, cane o gatto che sia, perché la notizia ha lasciato i residenti del piccolo comune basiti.
A denunciare pubblicamente la cosa il sindaco Guido Angelilli pronto a far luce su un gesto che definisce “così barbaro e sintomatico della più becera inciviltà”.
Il primo cittadino, che ha già provveduto a chiamare carabinieri impegnati negli accertamenti del caso,
parla di alcuni gatti trovati morti e chiarisce “ci sono diverse ipotesi, tuttavia laddove si trattasse di avvelenamento, esprimo la mia totale disapprovazione” .

Ora bisognerà attendere gli esiti delle analisi della Asl, attualmente alcuni gatti sono stati presi in cura presso Code Felici.

A Pacentro borgo di poco più di mille anime, c’è disappunto, rabbia manifestata anche sui social e la volontà chiara di arginare immediatamente un fenomeno vergognoso.

A.S.

9 Commenti su "Pacentro strage di gatti, sindaco e cittadini indignati"

  1. Questa notizia, mi rattrista in quanto io sono un “gattolico” impenitente. Anche certi scrittori detti “maledetti” amavano i gatti: cito Baudelaire,se potete leggete una sua poesia “Le chat”. Céline poi ne aveva uno con il quale fuggì dalla Francia in Danimarca,per i suoi trascorsi politici durante l’occupazione nazista della Francia. Si chiamava Bebel. Il più affezionato ai gatti fu però Charles Bukowski,arrivò ad averne mi pare 8-9.Scrisse anche un libro, titolo,”Sui gatti” – Ecco un suo scritto a proposito: «Più gatti hai, più a lungo vivrai. Se hai cento gatti vivi dieci volte di più che se ne hai dieci. Prima o poi questa cosa verrà scoperta e la gente avrà migliaia di gatti e vivrà per sempre. È proprio assurdo». Disse anche tra le tante cose sui gatti: “se sei triste ,guarda un gatto e ti sentirai meglio. Tu non sai perché, ma loro lo sanno”. Etc.etc. Ora sapere che certe bestie umane,loro sì bestie, avvelenano questi splendidi felini, lascia esterrefatti ,senza parole. Sicuramente loro non hanno letto Bukowski né altri in quanto vivono senza avere coltivato il loro cervello, ma lo conservano sotto spirito nella loro scatola cranica ed in forma amebica. Esiste una legge,adesso che tutela gli animali ed i carabinieri dovrebbero indagare per una esemplare punizione. Sono chi non conosce gli animali non riesce ad amarli.

  2. Rettifico:”Solo chi non conosce gli animali..”

  3. Pardon ,il gatto di Céline si chiamava Bebert e non Bebel.

  4. Mi vien fatto di riportare alcune considerazione di Céline sul suo Bébert (ne aveva altri, ma quello era il suo preferito):”Un gatto è l’incantesimo stesso, la delicatezza nell’onda…» dichiarava Louis-Ferdinand Céline. Ed ecco alcuni commenti di chi ha raccolto le “gesta ” di Bébert e ne ha scritto un libro( Fréderic Vitoux):
    “E Bébert, enorme ed elegante gatto tigrato dalla straordinaria intelligenza, tanto ingordo e brontolone quanto fedele, non era un gatto ordinario. Abbandonato dal suo primo padrone, l’attore di cinema Le Vigan, dopo lungo vagare in Montmartre, al momento dell’occupazione, viene raccolto da Céline e da sua moglie e condividerà le loro peregrinazioni, le loro avventure, la loro miseria, il loro esilio. Céline ne ha fatto uno degli eroi dei suoi ultimi romanzi – quelle cronache allucinate della Germania sconfitta –, e uno dei gatti più famosi della letteratura francese”. C’è anche chi li ammazza i gatti.E’ solo una questione di sensibilità,umana o pseudotale.

  5. E se fosse la FIV (aids felina) ? Il contagio è molto facile. Peccato che non ci si documenti.

  6. Caro Frecciagialla, il gatto malato avverte la sua fine e va a morire altrove,scomparendo dalla strada e dai luoghi abituali.Lo stesso fanno i cani,sentono la morte e vanno a morire altrove. Gli esperti che hanno studiato il fenomeno, dicono che lo fanno perché pensano che il loro malessere dipenda dal posto e perciò lo abbandonano. Io “avevo” un randagio che veniva abitualmente a mangiare da me. Un giorno lo vidi malconcio e lo portai dal veterinario,riuscendo a prenderlo. Aveva la F.I.V. Cercai di curarlo ma fu tutto inutile. Una sera stava troppo male,radunò tutte le sue forze rimaste e durante la notte scomparve per sempre. Mi sembra difficile rinvenire gatti morti lungo le strade di Pacentro e pensare alla F.I.V. Io potrei pensare a bocconi avvelenati messi per la lotta ai ratti. Capita spesso. E’ grave invece se c’è stato dolo da parte di persone che lo hanno fatto di proposito. Indagheranno i carabinieri? Solo così si potrebbe sapere cosa sia successo.

  7. Chissà quel gatto con la FIV quanti altri ne avrà contagiati e quanti quindi avranno gridato allo scandalo bocconi avvelenati

  8. Caro Freccia..i gatti si contagiano in quanto randagi e non castrati. Lottano tra loro per il controllo del territorio o per l’accoppiamento con la gatta in calore. Durante la lotta si feriscono ed è facile per il virus dell’infezione tipo AIDS umana,guadagnare le vie ematiche e dare inizio alla malattia. Non tutti i gatti si ammalano,molti diventano portatori infettati ma non malati. Ripeto, un gatto quando muore spontaneamente, va lontano a morire, come dire sparisce. Solo se avvelenato, resta sul posto,in quanto non ha tempo ad allontanarsi,specie se trattasi di stricnina. Se si saprà di più “Il Germe” ce lo renda noto,per cortesia.Grazie!

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