Pedonalizzazione, se non ora quando

Notizia fresca degli ultimi giorni è lo scenario prospettato da Stefano Boeri sugli effetti del Covid-19 in Italia. Secondo L’archistar questo periodo storico sarà un’irripetibile occasione per fuggire dalle città e tornare nelle aree interne, nei centri minori. Difficilmente questa profezia potrà avverarsi perché la stessa storia lo insegna. L’incastellamento è stata una conseguenza dell’instabilità geopolitica del Paese. Le successive migrazioni, invece, sono state dettate dai fragili contesti socio-economici. Al di là delle momentanee fughe, non si ricordano stravolgimenti demografici per motivi sanitari come testimoniano i Santi Protettori che spesso hanno liberato i paesi dalle pestilenze. Pestilenze che hanno interessato, dunque, indistintamente centri grandi e piccoli. Anzi sono proprio questi ultimi ad essere maggiormente a rischio per una loro intrinseca densità fisico-relazione fatta di spontanei rapporti. Questi risultano più difficili da ricostruire con un procedimento scientifico a differenza dei contatti sistematici più rappresentativi della densità residenziale delle grandi città.

Le trasformazioni che interesseranno le aree interne sono da ricondurre ad una scala più piccola. Questo periodo storico rappresenta un punto di rottura nella dialettica urbana tra centro storico e centro commerciale, un’occasione che Sulmona deve cogliere al volo per rivalorizzare il suo nucleo antico con la migliore delle ricette: tornare a viverlo. Bisogna essere lesti a prendere questo treno perché, non appena sarà passato, le dinamiche urbane torneranno quelle di prima, dettate dalla comodità di avere un parcheggio facile da trovare, dalla economicità nel poter sostare gratuitamente ad oltranza, dal comfort dello stare al caldo e al coperto se fuori fa freddo e piove. Ad oggi i centri commerciali sono in forte discussione per la diffusione del virus, sono ambienti chiusi dove le norme per il distanziamento sociale vanno rispettate ancor di più. Bisogna quindi giocare sul loro stesso campo avvantaggiati dal gap sanitario e dalla bella stagione che cade a fagiolo. Bisogna attrezzarsi per liberare le strade dalle auto e dare spazio alle attività commerciali, individuare le strategiche aree parcheggio, recuperare il rapporto con la bellezza storica della vecchia Siena d’Abruzzo, ridare a Corso Ovidio una funzione dignitosa che non può essere quella di semplice attraversamento della città. È paradossale che a Città Sant’Angelo sia stato costruito un centro commerciale con le fattezze di centro storico, ma da anni non si riesca a fare l’operazione inversa.

Se la paura del cambiamento dovesse prevalere, Sulmona sarebbe definitivamente condannata ad avere un centro storico a misura d’auto, subordinato alle dinamiche dei centri commerciali. Diversamente se l’esigenza di ripartire prevalesse sui timori alimentati da un Piano della Pedonalità del centro storico si innescherebbe un circolo virtuoso. Se la comunità riuscisse ad assaporare il valore della riconquista dello spazio pubblico non vorrà più privarsene. Dunque questa situazione potrebbe essere il volano per pretendere una politica urbana consapevole che dia a Cesare quel che è di Cesare: la revisione del PTCP con le sue nuove attività di vicinato; una corale strategia di marketing per attirare nuovi stakeholders proprio come un centro commerciale; una politica della sosta a supporto di chi ancora vive in centro preservandone la conservazione degli edifici abitati; una revisione del PRG che insista sul valore degli immobili esistenti e non su quello dei terreni da edificare…

Questa è un irripetibile occasione per dimostrare la veridicità delle programmatiche dichiarazioni di un centro pedonalizzato.

Valerio Vitucci

3 Commenti su "Pedonalizzazione, se non ora quando"

  1. bene,in tutto il Mondo,i centri storici,anche quelli artificiali(creati appositamente
    per attirare) sono tutti rigorosamente “rallentati”,pochissimi rumori,vivibilita’,socialita’,
    vitalita’,alle piazze la propria funzione,la convivenza sociale,l’attrattore,la ragione per recarsi,visitare il salotto, naturalmente di qualita’,commercio incluso,del resto la storia insegna,la pedonalizzazione e’ un ‘idea del nord europa,un successo universale,gli studi,
    approfondimenti,ricerche dimostrano che i centri a “misura d’uomo” crescono notevolmente,
    grandi citta’ incluse,(Amsterdam,Copenaghen,Vancouver,Citta’ del Messico,Rotterdam,Parigi,
    Londra,ecc,ecc) dunque e’ tutto scientificamente provato,basta copiare il modello piu’ adatto,efficiente,efficace,utile,adeguato al borgo piu’ disamministrato del mondo,o no?

  2. A presto la risposta del Comune di Sulmona e annesse “categorie” fiancheggiatrici!!!

  3. È pazzesco. Chi di noi non ha mai preso la macchina per andare al centro commerciale di Città S. Angelo o a quello di Chieti Scalo? Magari qualcuno è stato pure al FICO di Bologna. Bene, una volta lasciata la macchina nel parcheggio, quante ore siete stati a girare all’interno della struttura, guardando tutte le vetrine e visitando tutti i negozi? Quante volte siete risaliti in macchina stravolti dalla fatica? Tante, vero? Come me del resto. Mi sapete dire, allora, perché non possiamo fare due passi per andare in centro?

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