Picchiò la ex diciottenne, torna in libertà Gigante

Torna in libertà, con il divieto di avvicinamento alla sua ex, una ragazza di appena diciotto anni, Fabrizio Gigante, il trentaduenne di Sulmona arrestato la scorsa settimana su ordine di custodia cautelare con l’accusa di lesioni e minacce aggravate.
Il giovane, interrogato ieri dal giudice per le indagini preliminari, si è difeso fornendo al magistrato una versione diversa da quella data dalla vittima.
In particolare i tagli dietro la schiena refertati dall’ospedale non sarebbero dovuti, come ipotizzato dagli inquirenti, dall’uso di una bottiglia brandita volontariamente dal giovane per ferire la sua ex, ma la conseguenza della caduta della stessa su una lampada della casa nella quale i due si erano dati appuntamento. E qui la seconda discrepanza con il racconto della vittima, che invece sostiene di essere stata attirata dal suo ex nell’androne di un palazzo gentilizio di Sulmona per poi essere picchiata.
La lite, che risale a novembre scorso, scoppiata perché quella relazione doveva finire, è stata comunque ammessa dall’indagato che ha ridimensionato però la portata della violenza.
Al di là delle diverse versioni, però, resta agli atti e nei certificati la rottura di tre costole della ragazza e quei segni sul collo che, secondo gli inquirenti, sarebbero i segni di un tentato strangolamento.
Il giudice per le indagini preliminari ha tuttavia accolto in parte la richiesta della difesa di Gigante, affidata all’avvocato Stefano Michelangelo, alleggerendo la misura restrittiva con il solo divieto di avvicinamento alla ragazza ovvero ai luoghi da questa frequentati e nei pressi della sua abitazione.
“La sostituzione della misura degli arresti domiciliari con quella più lieve del divieto di avvicinamento segna, a nostro avviso, un primo passo verso un definitivo ridimensionamento della vicenda complessivamente intesa – commenta l’avvocato Michelangelo -. Il gip ha espressamente valutato positivamente il comportamento corretto tenuto dal Gigante dalla data del fatto fino alla data di esecuzione della misura, tanto da ritenere che la misura degli arresti domiciliari ecceda al momento le ragioni della cautela. Auspichiamo, al momento, che sul fatto scenda un giusto e meritato silenzio che riporti serenità in due famiglie colpite da una vicenda che, al di la degli aspetti penali, origina da una questione piuttosto sentimentale”.

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