Quite Simple: il “gioco” digitale che guarda al futuro

Sotto l’arco della Tomba, a Sulmona, in via Capitolina al civico 11, c’è un portone antico dietro il quale c’è il futuro e anche qualcosa in più. Un semaforo vintage acquistato al mercatino dell’usato, due divani e una tv dove presto, come regalo di Natale, sarà installata la Playstation 5, tre chitarre che sono la passione di Filippo e tre computer dai quali Gianmario, Filippo e Gabriele, tirano fuori lavoro e impresa.

In quei pochi metri quadrati si condensano, in realtà, per il momento, tre scommesse: Bring, che è il gioiello di famiglia nato per gioco e diventato cosa seria, Delego che è l’ultima applicazione lanciata una decina di giorni fa su scala nazionale e rivolta principalmente agli avvocati, e Quite Simple, che è la “casa madre”, il cappello, anzi il formichiere, sotto il quale è nata e sta crescendo l’impresa di questi tre ragazzi di Sulmona che, in meno di tre anni, hanno rivoluzionato le abitudini dei sulmonesi e raddrizzato qualche azienda in difficoltà.

Gianmario D’Amico, 29 anni, legale aziendale con master a Milano, Gabriele (29) e Filippo (33) Tirabassi Pascucci, fratelli e ingegneri informatici, hanno cominciato una sera di Capodanno, durante una di quelle pause tra il brindisi di mezzanotte e l’uscita a ballare, nelle quali si fanno sogni e progetti per l’anno che verrà.

Solo che loro la “sbornia” di mezzanotte non l’hanno smaltita e dalle parole sono passati ai fatti.

Il 3 febbraio del 2020, con un tempismo sulla pandemia, che assomiglia al destino, hanno creato Bring, il primo delivery della Valle Peligna, ormai diventato servizio essenziale per ristoranti, pizzerie e utenti. “Non ci siamo inventati niente – raccontano – abbiamo copiato quello che si faceva altrove, fatto le indagini di mercato, i calcoli, realizzato una applicazione – che poi è il nostro lavoro – che funzionasse e che aggiorniamo in continuazione. In realtà Bring doveva essere la nostra testa d’ariete, lo strumento per farci conoscere come programmatori e sviluppatori informatici, solo che poi ci ha preso un po’ la mano, crescendo considerevolmente”. Complice, ma mica poi tanto, la pandemia e i lockdown che hanno fatto del servizio a domicilio una necessità, prima che una comodità. Il segreto, però, non è tanto sul telefono sotto l’icona del lupo con il casco, ma il gruppo che hanno saputo creare. Per loro lavorano una quindicina di giovani, di età compresa tra i 20 e i 30 ani, tutti regolarmente assunti e pagati a ora, e non a provvigioni, già prima che intervenisse la legge Conte a regolare i contratti dei riders. “Se non siamo noi giovani a dare valore al lavoro – spiegano – non c’è speranza di un futuro giusto ed equo. Soprattutto, però, abbiamo capito che il successo di un progetto dipende anche e soprattutto da chi lo realizza: se i nostri corrieri sono svogliati e demotivati, magari rispondono male ad un cliente, che poi non ci richiama più”. Non solo soldi ma anche team bulding: “La verità è che ci divertiamo, anche se il lavoro è duro per chi sta in strada – aggiungono – ci incontriamo, parliamo, giochiamo alla Play, creiamo reels su Instagram. Insomma siamo un gruppo di amici che lavorano ad un progetto”.

Progetto sostenibile, soprattutto, un pallino fisso delle nuove generazioni: il parco mezzi è tutto elettrico, bici e auto, l’approccio è quello della minore produzione di rifiuti, del rispetto dei pedoni e della vivibilità. Certo, fare il rider a vita, non è il sogno di tutti, molti passano, fanno qualche stagione, poi vanno all’università, cercano altre strade, ma sempre con un buon ricordo. Alessandra detta La zia, ad esempio, il lupetto con il casco, che è il logo dell’app, se l’è tatuato su una caviglia, anche se dal gruppo è uscita per prendere altre strade.

Bring a parte, c’è poi tutto il resto del lavoro, che è prettamente informatico: “Creiamo piattaforme gestionali per aziende, per organizzare il lavoro, i magazzini, il personale – continuano i tre – sviluppiamo piattaforme per l’e-commerce che in Valle Peligna è ancora un settore le cui potenzialità non sono state ben comprese. Ora stiamo lavorando su due piattaforme nazionali per la ristorazione e la grande distribuzione e da qualche giorno abbiamo lanciato Delego”. Che altro non è che un’app per servizi legali di domiciliazione che ha già 200 iscritti in Italia: “Quante volte i praticanti negli studi legali fanno domiciliazioni e non vengono pagati perché magari chi offre il servizio non va a chiedere rimborsi minimi – si sono chiesti – con questa applicazione sarà facile trovare professionisti in tutto il Paese e, per chi svolge il lavoro, essere pagato subito e in modo sicuro”.

La pizza ordinata a domicilio la domenica sera, insomma, è stato solo un punto di partenza, per tre giovani che guardano oltre: “Potremmo fare questo lavoro anche da casa e in qualunque città – concludono – ma abbiamo deciso di restare a Sulmona, di sfatare la narrazione che questa sia una valle di lacrime. Dimostrare che si possono fare cose e impresa, basta crederci, avere le competenze, confrontarsi”. Fosse anche in una notte di Capodanno.

7 Commenti su "Quite Simple: il “gioco” digitale che guarda al futuro"

  1. Ma quale “ Valle di lacrime”, ma non vedete la moltitudine di offerte di lavoro settimanali pubblicate anche su questa testata?
    Tutte, e dico tutte, alla ricerca di “ RISORSE” che abbiano una buona conoscenza di una o più lingue e disposti a spostarsi in ambito Regionale, Nazionale ed Estero.
    Quindi c’è molto lavoro, di che si lamentano questi giovani e meno giovani.
    Rispetto il lavoro dei cosiddetti rider , ( si vede che siamo diventati tutti signori e se non ti fai portare una pizza a casa vieni considerato un pezzente), ma nessuno vede le loro gimcane a velocità sostenuta con quelle pesanti bici, cosiddette a pedalata assistita, dribblando la gente a passeggio?

  2. Gianluca Lavalle | 8 Dicembre 2023 at 09:16 | Rispondi

    E anche questa è un’ottima notizia: complimenti ai tre soci con una visione del futuro dinamica, tecnologica e sostenibile.
    Bisogna farci l’abitudine alle buone notizie, perché ne è pieno il mondo che ci circonda, che non è fatto solo di ansia, di paura, di tragedie, di pessimismo: esiste anche chi, e sono la stragrande maggioranza, ogni giorno si sveglia con un sorriso e con coraggio affronta la giornata; sono questi, non gli altri, che mandano avanti un borgo, una cittadina, una città, un Paese.
    E giusto è anche “sfatare la narrazione che questa sia una valle di lacrime”, perché, in fondo, proprio di questo si tratta: una “narrazione” che non ha nulla a che fare con la realtà; basta uscire fuori dalla Valle per capire come vi siano autentici inferni spacciati per paradisi, come altrove magnifichino costantemente le proprie realtà che nulla hanno di speciale, come qui si possa vivere in condizioni ancora eccellenti, con una comunità vicina, una terra generosa ed una collocazione invidiabile, praticamente “a due passi” da ogni cosa (mare, montagna, Capitale).
    Siamo solo noi che non ci crediamo, che ci ripetiamo da anni questa “narrazione” che serve solo a giustificare la nostra mancanza di coraggio e la nostra incapacità, come comunità, di reagire alle difficoltà e di aggredire il futuro. E se non ci crediamo noi, perché dovrebbero crederci gli altri ?
    Ripartiamo da qui, dal buono che c’è, da persone come i soci dell’articolo, che ci credono: già solo per questo dovremmo ringraziarli.

  3. Armando Valeri | 8 Dicembre 2023 at 10:15 | Rispondi

    Davvero complimenti! Anche a Sulmona si può….anche Sulmona può!

  4. SalviamoSulmona | 8 Dicembre 2023 at 11:14 | Rispondi

    10 minuti di applausi.
    Forza ragazzi!

  5. Complimenti soprattutto perché siete ragazzi che non hanno leccato i piedi a nessun politico …il vostro esempio sia illuminante per quei tanti giovani che magari spinti dai propri genitori vanno a fare la fila al politichetto di turno che in cambio del loro voto gli fa trovare un contratto par time a sei mesi in qualche partecipata per poi sbolognarli !

  6. sub lege libertas | 11 Dicembre 2023 at 14:05 | Rispondi

    Complimenti! veramente bravi.
    Siete una risorsa per questa città.
    Ve lo dice un grande cliente di Bring.

  7. Complimenti per il vostro impegno

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