Relativamente poveri: la fotografia di Cresa alle famiglie abruzzesi

Reddito, povertà relativa, situazione abitativa e principali difficoltà economiche. Questi gli indicatori che il CRESA (Centro studi dell’Agenzia per lo sviluppo della Camera di Commercio del Gran Sasso) ha preso in considerazione per delineare il quadro delle famiglie abruzzesi alla vigilia di Natale, sulla base di dati ISTAT più aggiornati messi a confronto con la realtà nazionale e meridionale.

Un primo risultato positivo vede in Abruzzo, rispetto alle altre regioni italiane, l’aumento più incisivo delle famiglie che reputano le proprie risorse adeguate o ottime e la diminuzione più netta di quelle che al contrario si ritengono in difficoltà. Il 39% delle famiglie, tuttavia, vede le proprie condizioni economiche peggiorate rispetto all’anno precedente a fronte del 9% che le considera migliorate. In Abruzzo, d’altronde, sembra più facile arrivare a fine mese: la nostra regione presenta i dati migliori del Sud, relativamente alla capacità di risparmio, figura addirittura tra le più virtuose, attestandosi dietro Lombardia e Veneto.

Quanto al reddito annuo medio familiare, nel 2021 in Abruzzo era pari a 29mila euro ovvero all’86% del valore nazionale e al 106% di quello del Sud, con una prevalenza di quello netto familiare da lavoro dipendente rispetto a quello autonomo, alle pensioni e ai trasferimenti pubblici. Sempre nel 2021, sul versante pensionistico, l’importo medio annuo pro capite dei redditi da pensione era di 18,1mila euro, valore inferiore di 1,7mila euro rispetto alla media nazionale ma superiore di 800 euro rispetto a quella ripartizionale. E se nello stesso anno l’11,1% dei pensionati abruzzesi ha percepito meno di 500 euro di reddito pensionistico lordo mensile, i nuclei beneficiari del reddito e della pensione di cittadinanza sono 31,9mila: 28,9mila per il reddito e 3,1mila per la pensione. Dati che si traducono in 59,7mila persone che hanno avuto accesso al reddito di cittadinanza e 3,5mila alla pensione.

A livello familiare, nell’anno di riferimento, il 50% dei nuclei residenti in Abruzzo ha registrato un reddito non superiore a 23,3mila euro, con una diminuzione dell’8% rispetto al 2019. Valori delineati dal CRESA tenendo conto anche della situazione abitativa delle famiglie. E in questo senso l’Abruzzo presenta una situazione migliore rispetto a quella nazionale con un 13% delle famiglie in affitto rispetto al 20% nazionale e del Sud e con un 86,7% di famiglie con casa di proprietà. Abitazioni che per un 98% sono fornite di impianto di riscaldamento a fronte del 92% di media nazionale e del 87% del Sud; case che inoltre risultano di adeguate dimensioni per il 92%, in condizioni generali buone per il 95% e, vicine alle abitazioni dei propri familiari per l’85%.

Dallo studio effettuato emerge che il 32% delle famiglie abruzzesi non dispone di risorse economiche sufficienti, con il 39% che vede peggiorata la propria situazione e il 40% che non riesce a risparmiare. Una spesa imprevista può mettere in seria difficoltà il 28% delle famiglie: questo si traduce in “povertà relativa” per l’11% delle 531mila famiglie presenti sul territorio regionale. Dato che appare ancor più evidente se si considera che in Abruzzo il reddito del 20% più ricco è 4,5 volte maggiore di quello del 20% più povero. Un gap importante che dovrebbe richiamare la politica ad attivare strumenti migliori per l redistribuzione del reddito.

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