Raiano, affidamenti diretti sotto accusa

Hanno fatto ricorso all’Anac ((Autorità Nazionale Anticorruzione) quelli del gruppo di minoranza “Raiano che vogliamo” affinchè si accerti l’iter procedurale che l’amministrazione ha utilizzato “per il conferimento di incarichi professionali per i lavori di adeguamento sismico della sede comunale, con il rilascio di un eventuale parere e, nel caso si rilevassero delle irregolarità, intervenga presso il Comune per l’adozione dei correttivi del caso”. Nello specifico la lente dell’opposizione si è soffermata sugli affidamenti diretti che hanno riguardato diverse posizioni. Tra gli incarichi “dubbi” c’è quello per la progettazione preliminare affidata a “tecnici di Guardiagrele e Miglianico, nel 2013, senza indicazione del compenso e relativa copertura in Bilancio” spiegano Innocenzo Pizzica, Giannerico Zepponi, Antonio Di Berardino, e poi le “progettazioni definitive ed esecutive agli stessi tecnici a seguito di concessione di finanziamento nelle settimane scorse. In particolare un incarico del valore di Euro 39,800,00, appena 200,00 in meno della soglia comunitaria di 40.000 euro che vieta gli affidamenti diretti” sottolineano aggiungendo che “sempre a tecnici di Guardiagrele e Miglianico” sono stati affidati nei giorni scorsi altri incarichi. Ed ancora la minoranza denuncia contraddizioni, rispetto ad atti precedenti, nel quadro economico allegato ad una delibera di Giunta  “oltre ad un eccessivo spezzettamento delle spese tecniche che sommano oltre i 100mila euro”.

Ciò che preoccupa è la trasparenza dei procedimenti rispetto a quanto richiesto dall’Anac sul codice degli appalti, quindi. Mancherebbero, in sintesi, forme di evidenza pubblica o indagini di mercato per il reperimento dei professionisti fin dall’inizio del procedimento, la stima del valore di 38,8mila euro sarebbe sottostimata rispetto all’importo del finanziamento di 1,3milioni di euro. Ed ancora: “Si fa riferimento formalmente ad una presunta rotazione negli affidamenti, in assenza di elenchi di professionisti per eventuali incarichi di progettazione, redatti a seguito di apposito avviso pubblico, come previsto dal comma 9 dell’art. 216 del Codice Appalti. La medesima provenienza territoriale dei professionisti incaricati, in virtù dello spezzettamento delle somme per spese tecniche e geologiche e degli incarichi effettuati, suscita alcune perplessità e dubbi, in particolare per l’eventuale presenza di una ATI informale”.

Finanizamenti che arrivano ed incarichi che se ne vanno fuori dalla Valle Peligna,q uesto è il succo di quanto riportano dall’opposizione, nonostante in valle Peligna ci siano architetti ed ingegneri in grado di progettare.

S. P.

 

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