Referendum, caos all’Emiciclo. Arrivano i carabinieri

Alla fine sono arrivati i carabinieri a palazzo dell’Emiciclo, un dress code in divisa che, probabilmente, non sarà l’ultimo. Perché il centrosinistra si dice pronto a ricorrere “in tutte le sedi deputate impugnando il provvedimento amministrativo di proposta del referendum – commenta il capogruppo Pd, Silvio Paolucci – sostenendo il grave vizio di legittimità da cui verrebbe travolto”. Il vizio è quello che ha portato appunto oggi i militari dell’Arma nella sede del consiglio regionale, a seguito della decisione della vice presidente della commissione Statuto, la pentastellata Sara Marcozzi, di aprire e chiudere i lavori per mancanza del numero legale, ed aggiornarli al primo ottobre.

“Ho constatato che in commissione c’erano pochi consiglieri – spiega la Marcozzi – e mancava la maggioranza. Per cui, come mi è consentito e come accaduto in passato, ho chiuso la seduta e l’ho rinviata”. Una mossa che ha fatto andare su tutte le furie il presidente della commissione Vincenzo D’Incecco che, sostiene, era nel palazzo ed è entrato quando la Marcozzi stava chiudendo la seduta. Di qui la decisione del centrodestra di riunirsi comunque, non si sa se formalmente o informalmente, certo è con il pericolo che la seduta venga annullata per illegittimità.

Lo scoglio del referendum sulla legge elettorale voluto da Matteo Salvini, d’altronde, tiene in ostaggio il consiglio regionale da due giorni, con continue mediazioni nella maggioranza per ottenere i sedici voti necessari per fare in modo che l’Abruzzo sia una delle cinque Regioni capofila per l’istituzione del referendum contro il proporzionale. La mezza apertura di Berlusconi che ha sostanzialmente lasciato “libertà di coscienza” ai suoi, dopo aver annunciato l’astensione, non ha infatti messo in una botte di ferro la maggioranza di Marsilio. Resta insomma l’incognita di quello che farà Forza Italia che, nel caso non dovesse votare favorevolmente, non consentirebbe all’Abruzzo di intestarsi la “medaglia salviniana”.

Di certo voterà contro la consigliera dell’Udc, Marianna Scoccia, di fatto già fuori dalla coalizione: “Coerentemente con la posizione del partito a livello nazionale – commenta la consigliera peligna -, stiamo difendendo con le unghia e con i denti il sistema proporzionale, contro il maggioritario. L’Udc, in Abruzzo, si schiererà, sia in commissione che in consiglio regionale, contro la proposta del quesito referendario finalizzato all’affermazione del sistema maggioritario. Proporzionale con preferenze: questa è la linea dell’Udc. Basta con i nominati dai partiti”.

Contro anche centrosinistra e Cinquestelle: “Nel frattempo constatiamo che per questa destra le urgenze e le questioni dell’Abruzzo e degli abruzzesi – aggiunge Paolucci – vengono dopo, molto dopo le convenienze politiche di Salvini e Bellachioma. Una giunta lenta e assente non soltanto per l’Abruzzo, ma anche per gli interessi di partito e per Salvini”.  

Commenta per primo! "Referendum, caos all’Emiciclo. Arrivano i carabinieri"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*