Sanità, la Scoccia rompe con la maggioranza Marsilio

I buoni rapporti non ci sono mai stati, nonostante le strette di mano e i saluti cordiali tra i banchi dell’Emiciclo. Senza contare i ripetuti attacchi, i botta e risposta, che ci sono stati negli ultimi giorni soprattutto con gli esponenti della Lega. Per Marianna Scoccia, consigliere regionale in quota Udc, sulla carta, almeno, membro della maggioranza Marsilio, però, il “giochetto” del punto nascita presenta troppi lati oscuri ed è probabilmente l’elemento di rottura definitiva con questo centrodestra.
“Dopo aver letto la lettera a firma del direttore del Dipartimento per la Salute (il cosiddetto ‘protocollo 15’, ndr) non posso dirmi affatto tranquilla poiché, leggendo attentamente il contenuto della medesima, non si evince una chiara volontà di salvaguardare il punto nascite di Sulmona. Anzi – commenta la Scoccia -, a pensar male, sembrerebbe piuttosto il contrario. Basta con i giochi di parole e con i rimpalli di responsabilità. Ora governa il centro destra e tocca a questa maggioranza continuare a garantire la presenza del punto nascita, così come era stato promesso. Si passi finalmente dalle parole ai fatti”.
I dubbi del consigliere Udc, d’altronde, non sono legati solo al punto nascita, ma a tutta la politica sanitaria della Regione, con quello schema consegnato alla maggioranza lunedì scorso (in una riunione a cui la Scoccia non ha partecipato) nel quale è evidente che l’ospedale di Sulmona rischia di essere schiacciato dalla riorganizzazione della rete ospedaliera che sarà proposta al Tavolo di monitoraggio dall’assessore Verì.
Nessuna “promozione” ad ospedale di primo livello per Sulmona, ma un aumento di grado degli ospedali ad esso vicini: quello di Popoli (che gode di una sentenza del tribunale favorevole), ma soprattutto quello di Castel di Sangro (vera novità del nuovo piano), entrambi destinati a diventare secondo la giunta Marsilio, ospedali di base. Come quello di Sulmona, insomma, con l’incognita della sostenibilità da una parte e della prospettiva di coprire con tre ospedali un territorio che, secondo il decreto 70, dovrebbe a mala pena averne uno di base, essendo richiesto per questo tipo di nosocomio un bacino d’utenza di 80mila persone almeno.

12 Commenti su "Sanità, la Scoccia rompe con la maggioranza Marsilio"

  1. Sulmona e tutte le forse politiche del suo territorio, non devono restare indifferenti alla sopressione del punto nascita,che vuol dire continuare a partorire a Sulmona per le donne dell’hinterland e non doversi recare a distanbza di chilometri dalla propria sede. Motivo di disagio, sia per la partoriente che per i congiunti. Lasciare almeno il reparto e rinominarlo ” reparto maternità”. Si tenga presente che sopprimendo il punto nascite di Sulmona, nessuno delle future generazioni,sarà registrato come nato a Sulmona e ci saranno solo cittadini non sulmonesi, ma “oriundi”. Sulle loro carte di identità sarà scritto ,nato ad Avezzano,nato a Chieti, nato a Pescara e così via. Sulmona sparirà anche sui documenti. Come si evince a Pratola, dove le giovani generazioni risultano nate chi a Sulmona, che a Popoli,che a Tocco. I pratolani veraci sono spariti, coloro che una volta nascevano a domicilio con la “mammarella”. Ribadisco il punto nascita a Sulmona è fondamentale e farlo restatre è cosa buona e giusta. Ripeto,i reparti ospedalieri non vanno considerati come le fabbriche,che se vanno in crisi chiudono. E’ un concetto anti-costituzionale,art.32= la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della colelttività….omissis. E tutelare la salute non significa mandare una partoriente a figliare a 40-50 km di distanza, quando c’è un ospedale nelle vicinanze che ha sempre svolto quel ruolo degnamente. Risolvete la cosa con un dipartimento, unendo le forze degli operatori sanitari. Se Sulmona perde il punto nascite è come un corpo umano senza una gamba o un braccio.

  2. Quale sarebbe la rottura??

  3. Mi sembra di intendere che la “rottura” sia solo verbale, tanto più che è indicato che è accompagnato da un “probabilmente”.

    Fatto sta che il P.N. come sembra abbia i giorni contati e come sempre è tutto racchiuso nel problema della volontà politica che ha delegato all’ASl il “lavoro sporco”.

    Da altro riferimento locale di maggioranza in forza “Lega”, la Antonietta La Porta dice di aver avuto dalla sua maggioranza “la massima rassicurazione sia per quanto riguarda la salvaguardia del punto nascita, sia per la valorizzazione dell’ospedale di Sulmona, aumentando e alimentanto quella che è una confusione già ampia.

    Il cambiare il nome al reparto non ha alcuna valenza tecnica, operativa e funzionale, ma capisco il voler tentare qualsiasi carta pur di far rimanere il presidio sul territorio.

    Come personalmente più che preoccuparmi della scomparsa dal documento di riconoscimento il nome di Sulmona (a mo’ delle vecchie targhe con l’indicazione della provincia)e dei 50 e più km da fare per “partorire”, mi preoccupa più il fatto che si continua con il piano di affondo e di cancellazione della realtà peligna in ambito regionale e su tutti i fronti, dal politico all’economico, alla spicciola vita sul territorio… e dove la politica locale non ha unghie, voglia e capacità incisiva alcuna.
    Un disegno tanto misterioso quanto spaventoso.

  4. la Scoccia mammame’ ….sta gente secondo me la
    vota solo chi lavora al cogesa o alla saca ! ….ah dimenticavo pure i zingar

  5. Marianna sei tutti noi, vai avanti così! Solo tu puoi farcela.

    • Piuttosto che elogiare il nulla, bloccate il bot che in meno di mezza giornata ha fatto schizzare le letture dell’articolo 😉

      Anzi, onfiate un pò il numero di letture sulle “numerose vicende” del COGESA.. o non vi conviene? 🙂

  6. *gonfiate

  7. bene,in tutte le Democrazie evolute,gli ospedali sono centri/strutture per l’assistenza sanitaria: prevenzione,analisi,trattamento,cura,rieducazione ecc,dei pazienti/cittadini,
    dislogati sul territorio in base a criteri/numeri ben precisi ,soprattutto in riferimento alla popolazione residente,numero/percentuali/casistica/ patologie,incidenti,ecc naturalmente nel principio del rigore di spesa,comunque garantendo servizi qualificati,efficaci,eccellenti,poi sempre al fine di offrire servizi adeguati (nel rispetto dei diritti dei Cittadini,di cui le imposte) centri specializzati,specifici ,con personale dedicato per pazienti affetti da malattie acute,poi.. meglio fermarsi qui….la nostra ilalietta ci sta provando a raggiungere i patners Europei,purtroppo prevalgono gli interessi particolari,quelli dei ritorni personali,dei parassiti del saccheggio alla Cosa pubblica,dei politicialtroniladroni,della corruzione(es.Calabria,gli ospedali/cliniche private dei posti letto che ricevono denari pubblici ) della vanita’ professionale,ecc. dunque? Le soluzioni esistono,basta copiarle:non servono ospedali l’uno accanto all’altro,molto meglio centri eccellenti di pronto soccorso,tecnologicamente avanzati,poi ospedali di qualita’,efficaci ,tecnicamente adeguati,
    .moderni,efficienti,infine i centri super tecnologici,specializzati per un’assistenza particolare ,dedicata a patologie specifiche,accade in Europa,quindi non esistono ” dubbi”,non ci vogliono scienziati,non e’ fantascienza,oggi si puo’ nascere anche sulla luna,volendo,o no?

  8. Io non capisco ma come chiude il punto nascita di Sulmona? Non è stato dato nuovo lustro con l’assunzione del nuovo ginecologo ? Hanno fatto un battage mediatico assurdo ed ora?!?!

  9. Modesto medicus | 1 Giugno 2019 at 09:56 | Rispondi

    @Temp at 9,51- Lei dice:”Il cambiare il nome al reparto non ha alcuna valenza tecnica, operativa e funzionale, ma capisco il voler tentare qualsiasi carta pur di far rimanere il presidio sul territorio”. Io forse non mi sono spiegato bene,succede. Io volevo dire di cambiare nome, magari chiamando il punto nascita, “maternità”, in modo da eliminare sia la dicitira “reparto ostetricia sia reparto ginecologia”.Difatti in nessun ospedale esiste un reparto nascita,senza che sia definito “reparto di ostetricia-ginecologia”. E’ noto che la chiusura di reparto o ospedali va di pari passo con il risparmio di risorse che stanno in deficit, rispetto la montagna della spesa sanitaria e l’Abruzzo ha splafonato sulla spesa da tanto e stenta a raddrizzarsi. E la ginecologia con interventi o che altro è un centro di spesa non indifferente. Cambiare nome,ho detto, non per semplice maquillage, ma per puntualizzare che trattasi solo di un “punto” che aiuta a far nascere bambini.Tutto qua. All’inizio, Popoli aveva il reparto “maternità” e veniva gestito dal prof.Pomidori e dai suoi aiuti, anche con successo. Non c’erano ostetrici, sino a quando si formò il reparto di “ostetricia e ginecologia”. Popoli e Sulmona, due ospedali che hanno fatto la progressione del gambero. Io potrei capire che alcuni reparti andrebbero sacrificati, perché è nato un reparto stella polare, centro di eccellenza del territorio e della regione. Invece è tutta una marcia indietro.

    • Lei si è spiegato benissimo.
      Non è il cambio di una targa all’ingresso di un reparto che ne fa la differenza in termini di destinazione d’uso.
      Vi si partorirebbe lo stesso e quindi tanto nella sostanza, quanto nella presa decisione di chiudere nulla cambierebbe.
      Parla di un passato più o meno glorioso, che è e “resta passato” grazie alla politica sanitaria regionale e ancora peggio locale, e anzi almeno da quelle che sono le notizie, Popoli diventerebbe ospedale di base, con Sulmona al palo che non riacquisterebbe il presidio di 1° livello, gentilmente buttato alle ortiche politiche dal Consiglio comunale di Sulmona , Sindaco in testa per le loro più che becere ragioni politiche “famigliari”.

  10. bene,le carte smentiscono le dichiarazioni,annunci,dei cialtronipolitici,quindi basta con le chiacchiere e soprattutto con le magiche illusioni/soluzioni,i fatti :ieri tutti riuniti alla corte della famiglia angelucci,nota alle cronache per gli interessi particolari,quelli dei posti letto,dei denari pubblici,degli scandali finanziari,traffico di influenze,appalti,ecc,
    ecc… capo clan Tonino,abruzzese doc ,Napoleone per Ciarrapico ,con societa’ capofila rigorosamente in Lussemburgo,quindi…prevelgono gli interessi particolari non quelli dei diritti dei Cittadini( dovuti e pagati anticipatamente “tasse/imposte”) trai i quali: la salute/sanita’ pubblica,o no?

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