Sanità, l’inutile cura “a tempo” per l’ospedale di Sulmona

L’Asl di Avezzano, Sulmona e L’Aquila ha indetto un bando per l’assunzione di due medici per il reparto U.O.C. di Chirurgia Generale dell’ospedale di Sulmona. La valutazione che fa la Asl in merito è che “viste le criticità della struttura, al fine di garantire l’attività assistenziale del reparto e tenuto conto della carenza di personale medico”, si procede ad emanare l’avviso pubblico con cui si cercano i due medici e ci sarebbe da esserne felici se non fosse per alcune evidenti criticità che fanno storcere il naso.

La prima è sicuramente la durata del contratto – sei mesi – dopo i quali i medici tornano a casa (sempre se qualcuno deciderà di rispondere ad un avviso provvisorio) e il reparto tornerà sguarnito del personale medico, di cui per stessa ammissione di Asl, è carente. A questo va aggiunto che ai medici si chiede di lavorare nel punto ospedaliero di Sulmona, ma anche in quello di Castel di Sangro, dove però si compiono interventi chirurgici relativamente semplici. Questi potrebbero essere dei disincentivi per i medici che dovrebbero partecipare al bando, a cui va aggiunto che l’ospedale di Sulmona è già di per sé poco preferito per via del declassamento subito. Potrebbe quindi verificarsi nuovamente quanto già accaduto per alcuni bandi precedenti fatti per Pronto Soccorso e Rianimazione.

Il problema vero dell’ospedale di Sulmona è che non è stato ancora sciolto il nodo di fondo del “che cosa debba fare da grande”. Ovvero dalle tante promesse fatte dalla politica e dalle tante proposte messe nero su bianco dalla Asl non ne è ancora venuto fuori un profilo ben definito che chiarisca quali debbano essere i punti di forza del nostro nosocomio, pertanto non è appetibile per i medici venire a svolgervi servizio. Il prossimo a fare le valigie – direzione Vasto – sarà il ginecolo Gianluca Di Luigi, una delle punte di diamante del reparto, strattonato finora con rinnovi a tempo e che potrebbe optare già dal primo aprile per un rapporto a tempo indeterminato a Vasto, mentre ad inizio estate il pensionamento della responsabile del reparto di Ginecologia Recanati potrebbe creare più di un problema se i congedi non verranno prontamente rimpiazzati.

C’è poi da chiarire il rapporto con l’ospedale di Castel di Sangro che drena puntualmente energie e risorse. D’altronde è un caso abbastanza unico, quanto improduttivo, aver unito due ospedali così distanti sotto una stessa governance. L’impressione, abbastanza confermata dai fatti, è che ci sia una povertà di impegno in questo territorio – povertà che poi si verifica in diversi ambiti non solo quello sanitario – da parte della politica. Mancano risorse ed investimenti e quelli che sono stati fatti, vedi l’ospedale nuovo di Sulmona, rischiano di rimanere dei giganteschi scatoloni vuoti. Ci sono le promesse fatte, sul reparto di Lunga degenza che doveva arrivare in Valle Peligna e che avrebbe contato ben 30 posti letto, ma non se ne sa nulla e sul “reparto d’eccellenza” che sarebbe dovuto arrivare per rilanciare la sanità peligna, ma anche qui tutto tace.

Anche per questo la politica cittadina si sta muovendo. Ieri, nello specifico, si è tenuta una riunione allargata della commissione Sanità a palazzo San Francesco. Nell’incontro si è tracciato il crono programma con il quale l’amministrazione comunale proverà a strappare degli impegni concreti alla neo insediata giunta regionale. Si è cominciato da subito con l’incontro odierno che sindaca Casini e consigliera Bianchi hanno tenuto nella sede del Dipartimento per la Salute e Welfare di Regione Abruzzo con il direttore Angelo Muraglia.

Scrivono in merito Casini e Bianchi: “La fase transitoria delle regionali ha tenuto in stallo la situazione del punto nascita rispetto all’ultimo atto riguardante il verbale del documento ministeriale. Prossimo passo, fondamentale nella definizione del futuro della sanità peligna, sarà l’interlocuzione politica con il nuovo governo regionale, in particolare con il Presidente Marco Marsilio e il neoassessore Nicoletta Verì, con i quali discuteremo anche della situazione della clinica San Raffaele, realtà qualificante del territorio sia dal punto di vista occupazionale che dell’offerta  di servizi in relazione all’unità spinale. E’ in atto una nuova fase programmatoria per la nuova rete ospedaliera (che dovrà essere presumibilmente completata entro tre mesi) che apre uno spiraglio per il nostro ospedale e lavoreremo  per inserirci, forti delle due delibere del consiglio comunale riguardanti la salvaguardia del punto nascita e la riqualificazione dell’ospedale di primo livello”.

A questo incontro ne seguiranno dunque altri due: il primo con l’assessora alla Sanità Nicoletta Verì ed il secondo con il presidente della Regione Marco Marsilio anche in vista della prossima seduta della Conferenza Stato-Regioni già annunciata dal ministro Giulia Grillo dove verrà discussa la rimodulazione dei punti nascita. Sarà fondamentale instaurare da subito una certa sinergia con la nuova giunta regionale, per cercare di recuperare un po’ del terreno perduto rispetto agli altri territori. Un compito non semplice che la politica dovrà compiere in maniera unitaria e trasversale, a tutti i livelli e fra i vari colori politici – gialli, rossi e blu –, è la sola speranza per un territorio politicamente debole come quello peligno.

Infine un certo stato di agitazione si riscontra anche fra i medici di base. Il rappresentante sindacale della Fimmg, Maurizio Cacchioni, spiega che sono in corso riunioni interlocutorie fra i medici perché l’Asl non sta dando risposte a quelle che sono alcune richieste fatte dai medici del territorio, in particolare la possibilità di mantenere gli studi aperti dalle 8 alle 20 con la presenza della segretaria per 12 ore e dell’infermiera per 6 ore, già concesso peraltro all’Aquila e ad Avezzano. Richieste che se accolte, rappresenterebbero oltre che un servizio per i pazienti, anche un’opportunità lavorativa per il territorio e di questi tempi non è poco.

Savino Monterisi

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