Il sociale in difficoltà, tra accordi non mantenuti e nuove promesse

E’ un settore in crisi quello del sociale su tutta la regione, ma in particolar modo in provincia dell’Aquila, dove l’assistenza non viene deguatamente garantita dalla Regione. La denuncia parte dalla Fp Cgil provinciale che torna a puntualizzare sui 5-6 mesi di stipendi in arretrato che gli operatori hanno accumulato. Fondi non erogati dal settembre del 2016 e che nonostante tavoli ed accordi restano ancora ed ancora al palo. Ritardi dovuti anche al taglio del governo Monti agli enti d’ambito sociale, puntualizzano dal sindacato, che però non hanno portato ad una sospensione del servizio. Ammonta a 9 milioni, secondo la stima fatta dalla Fp Cgil la somma che la Regione deve trasferire in riferimento alle annualità 2011/2013.

 

“In tale situazione- denuncia la segreteria aquilana- continuano ad essere penalizzati i lavoratori addetti all’assistenza sociale che, nonostante tutto, hanno assicurato con costanza, grande senso di responsabilità e con enormi sacrifici, la continuità dei servizi definiti nel piano, anticipando le spese necessarie per gli spostamenti nei paesi del comprensorio di riferimento che si presenta, tra l’altro, di non facile accessibilità soprattutto nei mesi invernali. Tutto ciò- proseguono dal sindacato- al fine di non penalizzare gli utenti finali che hanno il diritto di vedersi garantita una prestazione essenziale per la cura e la salvaguardia della vita”. Come le aree interne, ad esempio, dove i cittadini ed i lavoratori diventano di serie B e dove la lotta contro lo spopolamento ed un sacrificio per assicurare l’assistenza non hanno lo stesso valore di altre zone.

Proprio ieri in Regione ci si è riuniti per discuterne. “E’ emerso che ad oggi non vi è certezza in merito al finanziamento del Fondo per le Politiche Sociali in programmazione per il 2018 il che potrebbe generare un rallentamento dell’avvio delle procedure di gara per l’erogazione del servizio con conseguenti problematiche in capo alle amministrazioni locali, agli enti d’ambito alle Cooperative, ai lavoratori e quindi agli utenti”. A rischio c’è l’attività futura con le cooperative imossibilitate a rispondere ad eventuali procedure di gara, mentre oggi “tutti i servizi sono in proroga senza che sia stato imposto l’adeguamento del costo orario dei lavoratori al vigente Ccnl di settore con la conseguenza che o tale adeguamento non viene applicato (a discapito dei lavoratori) o, se applicato, la cooperativa non si vedrà corrisposta la giusta tariffa oraria”. Verificare le reali esigenze del territorio e regolarizzare le prestazioni erogate, è questo ciò che chiede il sindacato.

Durante la riunione di ieri, dunque, si è parlato di un protocollo d’intesa che dovrebbe “tutelare contrattualmente i lavoratori delle cooperative” fa sapere, invece, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci. Ovviamente ci sono le risorse da trovare, un problema che Pietrucci vuole affrontare con il presidente del Consiglio, Giuseppe Di Pangrazio, e gli assessori competenti Marinella Sclocco e Silvio Paolucci.

Simona Pace

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