Stadio Pallozzi, l’ingegnere e le sudate carte

Lui ne è sicuro, d’altronde ne è stato progettista e direttore dei lavori: “Lo stadio Pallozzi sarà certamente omologabile per la serie D”. L’ingegner Mario Santini parla con il piglio di quello che la sa lunga ai microfoni del collega Domenico Verlingeri sugli schermi di Onda Tv e sui social ribadisce e ammonisce querele e inviti a studiare. Perché noi, presumiamo essendo stati gli unici ad avanzare dei dubbi, non abbiamo studiato.
Tanta sicumera nell’ingegnere è dettata dal cosiddetto parere preventivo ottenuto per due volte (e pagato due volte, perché il primo lo hanno fatto scadere) rilasciato il 3 ottobre scorso e nel quale la Lnd servizi (ovvero il braccio tecnico e di consulenza della Lega) ha scritto che la tracciatura del campo 60 metri di larghezza e 105 metri di lunghezza, “è conforme fino alle partite di serie D se non sussistono altre limitazioni all’impianto”.
E ancora, dice l’ingegnere, l’omologazione (“fino all’Eccellenza”) data il 10 febbraio scorso (a seguito del sopralluogo fatto il 7 febbraio) non conta per la serie D, perché è stata data dal comitato regionale della Lnd che non è competente, mentre dovrebbe esserlo quella di Roma (non meglio specificata).
Il terzo argomento che, sempre secondo l’ingegnere, metterebbe al sicuro Sulmona e il suo stadio da partite di soli dilettanti, è il fatto che non si tratta di un nuovo impianto, ma di un campo che esiste dagli anni Trenta e che si trova in un particolare contesto urbano. E che insomma le misure regolamentari per la serie D (ovvero 105×65) valgono solo per i campi nuovi. “Non servono deroghe” conclude sicuro.


L’ingegnere non cita però una sola fonte dei suoi studi e delle sue certezze, e noi, che non abbiamo studiato, ma sappiamo leggere, abbiamo cercato invece di attenerci ai documenti ufficiali, non alle supposizioni o agli auspici. Documenti che allegheremo integralmente a questo articolo, in modo che i lettori possano valutare direttamente e che magari potrebbero tornare utili allo stesso ingegnere, tante volte gli fossero sfuggiti nel suo “studio matto e disperatissimo” che Leopardi gli spiccia casa.


Il primo dato di fatto, incontrovertibile, è che l’omologazione oggi, e che dura quattro anni, dello stadio Pallozzi è “fino all’Eccellenza”. Lo si legge dal verbale di omologazione (alla pagina 4) rilasciato appunto il 10 febbraio scorso dal fiduciario della Lnd. In altre parole se domani il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina volesse fare un regalo alla sua città e far disputare una partita professionisti a Sulmona, non saprebbe dove farla giocare.


In quanto al parere preventivo, come avevamo spiegato tempo fa intervistando il responsabile della Lega, il geometra De Santis, è un atto amministrativo che “serve solo per la gara d’appalto”. Lo ribadisce anche il regolamento Lnd standard per la realizzazione di campi artificiali, documento ufficiale della Lega nazionale dilettanti e della Figc approvato il 7 dicembre del 2018 e che sostituisce tutta la normativa precedente in materia. Lì dove si parla cioè di fase prodromica e preliminare per la realizzazione del campo in cui il parere preventivo serve per l’affidamento dei lavori: “La Lnd assiste i soggetti che ne facciano richiesta negli adempimenti relativi alle procedure tecniche e amministrative riguardanti la fase prodromica e preliminare del progetto per la realizzazione del campo in erba artificiale – si legge alla pagina 7 capo A – al fine di favorire la sua rispondenza alle disposizioni regolamentari necessarie per il rilascio da parte del Laboratorio Impianti Sportivi della Lnd del prescritto Parere Preventivo Positivo per l’affidamento dei lavori”. L’omologazione è altra cosa insomma.


Che il campo per ospitare partite di serie D debba essere 105×65 lo ribadisce lo stesso regolamento dove si stabilisce che la tracciatura deve essere conforme (pag 46) al regolamento di categoria come dalle tavole 1.1 sta, 1.1.1 sta, 1.2 sta, tavole che sono illustrate qualche pagina più avanti (pag 61): nella tabella si evince che le misure minime del campo per la serie D devono essere 105×65, senza nessuna tolleranza e, indicato in asterisco, con misure ridotte “su richiesta con deroga, di una stagione sportiva, del Presidente Nazionale della Lnd”.


Il concetto è ribadito anche nel documento più recente prodotto ufficialmente dalla Lega (comunicato ufficiale N. 89/A del 1° ottobre 2019) nel quale si approvano le modifiche agli artt. 27 e 31 del Regolamento della Lega Nazionale Dilettanti. Lì dove si legge (pag 7 allegato A) all’art. 31 punto 4 A che “gli impianti di nuova costruzione devono essere dotati di un campo avente dimensioni non inferiori a mt. 105×65. In casi eccezionali, le misure dei campi possono essere ridotte fino a 100 mt. per la lunghezza e fino a 60 mt. per la larghezza”. Quali siano questi casi eccezionali, però, il regolamento non lo dice, anche se nel testo del regolamento di erba artificiale si dice che in fase di rifacimento i casi vanno valutati di volta in volta. Certo che se uno lo spazio ce l’ha e non lo usa, più che un’eccezione è una disattenzione.


“Tutti i campi in erba artificiale – si legge a pagina 5 – in possesso di regolare omologazione rilasciata in forza di disposizioni regolamentari antecedenti la data del 2 aprile 2019, alla fine della loro vita prestazionale, nel rifacimento della superficie di giuoco e del sottofondo, dovranno essere realizzati in conformità al Regolamento in essere al momento del loro rifacimento, seguendo le relative procedure Lnd. Salvo casi particolari che andranno esaminati e valutati di volta in volta”. Un passaggio, questo, che smentisce anche la teoria del “campo storico”, ovvero realizzato negli anni Trenta, ipotizzato dall’ingegner Santini per il Pallozzi: il rifacimento del manto, cioè, porta con sé necessariamente un’omologazione secondo i nuovi criteri del regolamento.


Infine sulla questione delle competenze, sul chi cioè deve procedere all’omologazione, è netto e chiaro il comunicato ufficiale 89/A, quello che modifica l’articolo 31 in questo modo: “La competenza dell’omologazione dei campi di giuoco in erba artificiale – si legge a pag 7, art 31 comma 2 – è demandata esclusivamente alla Commissione Impianti Sportivi in Erba Artificiale della Lnd” ovvero esclusivamente a questo organismo (non regionale né romano) che nomina un suo fiduciario che, in questo caso, è quello che ha omologato il Pallozzi “fino all’Eccellenza”.

Ci fermiamo qui per il momento, anche se chi avrà la pazienza di leggersi la documentazione che alleghiamo, potrà verificare anche quelli che non sono proprio dettagli, come ad esempio il capitolo sulla manutenzione (sul regolamento erba artificiale) che di per sé è sufficiente a far ritirare al Pallozzi anche l’omologazione per l’Eccellenza.

Di seguito la documentazione integrale dei testi citati:

4 Commenti su "Stadio Pallozzi, l’ingegnere e le sudate carte"

  1. Spicciami casa | 16 Febbraio 2020 at 09:42 | Rispondi

    Complimenti alla redazione, articolo completo ed esaustivo.

  2. Lasciamo all’ingegnere i suoi studi con la speranza che dopo che ha studiato riesca nell’intento di capire l’italiano…..complimenti alla redazione x l’articolo.

  3. bene,benissimo ,la conferma delle distinzioni della redazion :raccontare i fatti veri nel principio/dovere,rigore della completezza,imparzialita’,obiettivita’…giornalisti seri,veri,
    attentibili, bravi..non pennivendoli prezzolati,piu’ millantatori dell’informazione,inerente gli inetti,incapaci,inefficienti del “piano Stadio Pallozzi” innanzitutto le responsabilita’ delle volute negligenze,i procurati danni,futuri inclusi e pedate bene assestate,altro che studiare,o no?

  4. e l’ingegnere muto

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