Street food, fiume di gente e di polemiche

Il bilancio è positivo, anche se le polemiche non sono mancate. La prima volta è sempre così. Sulmona è sempre così.

E’ ancora difficile avere contezza delle persone che hanno animato corso Ovidio durante la tre giorni di Street Food, ma di certo i biglietti staccati dalle varie postazioni sono stati davvero tanti. A fare una stima, ad occhio e croce, si parla di 20mila persone. Tra carretti vari, specialità culinarie italiane e fuori confine, con il piatto in mano, come si addice ad un festival di strada.

“La città ha risposto benissimo, in maniera esemplare- commenta Alessandro Di Prata, presidente dell’associazione Abruzzo Again-. Sono arrivati complimenti da parte di molte persone. Abbiamo visto facce nuove in città, ne hanno beneficiato tutte le attività”, almeno quelle che hanno deciso di tenere le saracinesche alzate perchè qualcuno ha deciso che probabilmente non ne valeva la pena. Addirittura anche il corso sud ha avuto il suo bel via vai di gente, parte esclusa dall’organizzazione Street Food per motivi di logistica (per tutta l’impiantistica elettrica) e per la politica commerciale dell’evento che prevede la vicinanza tra gli stands.

E se venerdì l’acquazzone ha destabilizzato un po’ la manifestazione (che poi è riuscita comunque a decollare), il sabato sulmonese è stato affollato e anche le polemiche inizialmente alzate da alcuni esercenti di bar ed attività gastronomiche sono rientrate, perchè se è vero che tra carretti e postazioni bevande proprie dell’organizzazione Street Food ci si preoccupava che le varie attività in pianta stabile non avrebbero lavorato granché, alla fine quegli stessi commercianti hanno riempito i propri locali. “Hanno lavorato tutti” prosegue Di Prata, con incassi, pare,  mai registrati in altre manifestazioni durante l’arco dell’anno.

Le polemiche dei commercianti, tuttavia, non si sono limitate solo alle iniziali preoccupazioni relative agli incassi, ma si sono dirette su più aspetti tra i quali proprio la disposizione di tavoli e postazioni che, qualcuno si è lamentato, non lasciavano visibilità alle proprie attività. Così la corsa al ritocco della mappatura valso anche una multa.

E poi la pulizia. Non sono mancate critiche anche in questo senso: sotto accusa i tavolini sporchi a fine serata e le bottiglie di vetro lasciate in giro. “Non è riconducibile all’evento la presenza di vetro- chiarisce Di Prata- perchè gli stand della manifestazione hanno somministrato bevande solo in bicchieri di plastica. Per i tavoli abbiamo predisposto personale adibito esclusivamente alla pulizia fino all’una, cioè a chiusura dell’evento. E’ chiaro che ciò che è successo dopo non può essere ricondotto alla responsabilità della manifestazione. Inoltre abbiamo pagato il Cogesa per far istallare mastelli in più e per la pulizia straordinaria di Corso Ovidio nell’arco di questi tre giorni”.

“Ci spiace dover constatare – affonda il consigliere comunale Elisabetta Bianchi – che l’amministrazione comunale abbia consentito, in occasione della manifestazione Street Food, la collocazione asfittica di stand gastronomici altamente impattanti in termini di dimensioni, seppure in regola con le immissioni di fumi ed odori, tutti ammassati e a ridosso di altrettanti monumenti di pregio come la Chiesa ed il Palazzo dell’Annunziata e delle abitazioni, ridurre a platea di concerti – non di musica religiosa-i sagrati delle chiese aperte al culto come la Santissima Trinità, nonché la collocazione di una serie di bagni chimici collocati a ridosso della statua di Ovidio e, da ultimo, ma non meno grave, abbia consentito la sovrapposizione di date previste ed autorizzate per altre manifestazioni”.

La Bianchi annuncia così di volersi fare promotrice di una modifica al regolamento sulle fiere in grado di restituire ordine e dignità al centro storico. Comunque vada tornato ad essere popolato come solo le grandi occasioni sanno concedere.

1 Commento su "Street food, fiume di gente e di polemiche"

  1. iniziativa positiva,evento organizzato (blunel,eventi e party planner, pescara) itinerante nazionale..,naturalmente per “la tappa” si paga…bene per la visibilita’ , presenze di escurzionisti non di visitatori ,dunque pochi i ritorni economici,quest’ultimi si generano con turisti che trascorrono almeno due notti e con capacita’ di spesa almeno media,quindi occorrono analisi,approfondimenti,studi…per il turismo,poi per fare festa,”caciara”esistono tantissimi strumenti,metodi,azioni,modi..polemiche incluse.

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