Sulmona, lenta agonia: ufficialmente sotto i 22 mila abitanti. Spopolamento senza fine

Il dato è ormai ufficiale: Sulmona è scesa sotto la soglia dei 22.000 abitanti residenti in città. Il dato lo certifica l’Istat, come evidenzia Aldo Ronci: a novembre 2023 (ultimo mese di raccolta dati disponibile) la popolazione totale della città di Ovidio è di 21.933 abitanti, con ben 70 persone che tra ottobre (quando sono stati registrati 22.002 abitanti) e novembre, tra saldo migratorio e saldo naturale, hanno detto addio al capoluogo peligno.

E’ un bagno di sangue, senza se e senza ma. Tremila abitanti persi negli ultimi vent’anni. Sulmona, al 31 dicembre 2013, raggiungeva una popolazione di 25.345 residenti. L’anno seguente ha avuto anche un aumento dello 0,29%, con una settantina di nuovi residenti in più. Poi, l’inizio del tracollo con il 2021 che ha fatto segnare un saldo negativo del 3,78% con quasi mille abitanti persi in dodici mesi. Qualche flebile speranza di ripresa nel 2013, con la popolazione che con un saldo positivo di 633 abitanti era tornata a sfiorare i 25.000 residenti. L’ultimo decennio, invece, è un profondo rosso fatto di addii, tanti decessi e poche (pochissime) nascite. Un dato che conferma la previsione sul lungo periodo fatta da Aldo Ronci, con Sulmona che nel 2041 conterà poco più di 16 mila abitanti, e con l’intera regione abruzzese che perderà 100 mila cittadini nei prossimi 17 anni.

Sono numeri inopinabili, somma di tutti gli errori fatti in un territorio che già in quanto area intera soffre il fenomeno dello spopolamento. Sono gli errori di una politica che non è stata in grado di mantenere sul territorio i giovani, riducendo il ricambio generazionale. Il risultato di uno Stato che lascia il destino dei propri presidii sotto la spada di Damocle: dal Tribunale che vive di proroghe, ad un ospedale sì di I livello ma con gravi carenze di personale. Lo stesso personale che manca nel carcere di via Lamaccio, con quei pochi agenti che sempre più spesso faticano a tenere a bada i detenuti di un istituto penitenziario che, in teoria, dovrebbe essere di massima sicurezza. E poi le scuole, che già hanno dovuto unirsi in poli da alcuni anni per far quadrare i conti con la stessa difficoltà che hanno i loro studenti chiamati alla lavagna dai docenti di matematica. Alcune (o almeno le loro strutture) sono già scomparse, almeno dai radar della Provincia dell’Aquila: l’esempio è il “De Nino-Morandi”. Studenti, docenti e personale ATA come profughi, prima a Pratola Peligna, ora nei locali di Sant’Antonio, in attesa di vedere riaprire una sede che è incastonata in un limbo dantesco.

Il dato diventa ancora più drammatico se si pensa che di queste 21.933 anime rimaste, in parte sono residenti fantasma domiciliate altrove e che a Sulmona tornano, al massimo, per poter votare.

Un declino che non si fermerà con tavoli istituzionali o riflessioni social pensando di trovarsi sotto i peripatoi di Atene, ricevendo consensi a suon di reactions. Non si arginerà nel breve periodo, perché per ridare attrattività ad una città servono mesi, anni, se non decenni. Specie se attorno vi è un deserto occupazionale con il tasso di disoccupazione che tocca il 13% e quello giovanile che sfora il 37%. Gli unici numeri, purtroppo, in crescita per il territorio.

19 Commenti su "Sulmona, lenta agonia: ufficialmente sotto i 22 mila abitanti. Spopolamento senza fine"

  1. E cosa vi aspettate !??? Mi raccomando continuate a Votare chi vi chiama sempre sotto elezioni e vi fa credere che vi aiuterà perché siete suoi amici e non perché siete bravi ! Continuate a farvi fottere capre senza latte !
    Sta mentalità ha crepato sulmona ….idioti

  2. Sub lege libertas | 15 Febbraio 2024 at 20:34 | Rispondi

    Non dimentichiamo il comparto delle forze armate e ferroviario. Centinaia di posti di lavoro svaniti.
    Senza dimenticare gli scarsi collegamenti con la Capitale che ha costretto tanti concittadini e trasferirsi.
    Diciamoci la verità, Sulmona viene presa per il c… da tutti gli schieramenti politici regionali, infatti il declino ha attraversato governi di destra e di sinistra.

  3. Caro filosofo latino, non sono i politici di fuori ma siete voi stessi gli artefici dei vostri mali.
    Medita, medita Ovidius.

  4. Carlo Maria Speranza | 15 Febbraio 2024 at 21:40 | Rispondi

    Da ingegnere, mi piace ricordare, non all’articolista, ma al lettore ed all’elettore, che ogni sistema naturale ovvero antropico, è soggetto alla seconda legge di Newton, che in modo volgare ed immediato possiamo enunciare nella seguente forma:”ad ogni azione corrisponde una reazione di adattamento tesa alla minima energia”.
    Mi piace quindi ricordare che ci fu un assessore alle aree interne, che lottò con il presidente nella giunta regionale Luciano D’Alfonso, perché Sulmona fosse declassata ad “area intermedia” dopo aver ricoperto la funzione di Polo d’Attrazione fin dalla sua fondazione.
    A questa azione violenta volgare e poco lungimirante, corrisponde quello che l’articolista descrive così bene.

    PS. I poli di attrazione sono i centri di erogazione di servizi sanitari, di
    istruzione e formazione professionale,
    di mobilità….. se non sei Polo non fai parte del club di chi decide su sanità su formazione e su mobilità è esattamente il male che oggi ha Sulmona.

  5. Da quando sto a Montesilvano sto benissimo.. Certo non sarà la mia città natale ma visto che a Sulmona tutto è morto e si fa la guerra tra poveri.. Mi dispiace davvero vedere una cittadina come Sulmona cadere a pezzi. Ma cosa mi a spinto ad andare via? Le persone che sanno solo giudicare senza sapere la realtà. Il giro di giustizzia e Politica corrotta! E aver dimostrato di non essere attaccato ad un posto di lavoro che tutti pensavano da raccomandato. O sempre lavorato e sono stato sempre giudicato dalle persone come una persona poco di buono. Ma lasciamo perdere la mia vita. E domandatevi perche gli altri scappano? Perche già L’Italia non da garanzie e futuro figuriamoci le piccole realtà. I piccoli centri sono morti. lo sono anche qui, basta andare a 12 kilometri da Pescara per vedere la differenza come Sulmona. Si sono arricchiti in pochi e la massa e rimasta mediocre.. Andra sempre peggio fatevelo dire da chi è dovuto scappare per aver fatto qualche passo per una rotta diversa anni di tribunale…

    • S’hai scelto d’andar là
      fai bene a rimanerci,
      ma perché or guardi qua,
      a chi qua vuol restarci ?

      Perché ti fai notare
      solo per disprezzare
      la terra tua natale
      che dici è fatta male ?

      Se fosse così brutta,
      come riaffermi tu,
      staresti a bocca asciutta,
      senza guardarla più.

      Io credo in verità
      che sei andato via
      perché hai perso qua
      forse la tua magia,

      e credo che ti manca,
      invero manco poco,
      questa città che arranca
      ma al cuore mette fuoco.

      Allora lascia a noi
      di far nostre battaglie,
      di tirar nostri buoi
      dentro le nostre stalle

      perché noi ci crediamo,
      a differenza d’altri,
      e poi ce la facciamo
      con forza e siamo scaltri.

      Se proprio vuoi parlare
      dì solo cose belle
      così potrai mostrare
      che hai nel cuor le stelle.

  6. Ciò che accade a Sulmona avviene ovunque in Italia, con poche eccezioni.
    L’Italia invecchia e muore, con ricambio generazionale irrisorio.
    In talune aree (tutto il Sud e le aree montane interne, specie lungo gli Appennini) in misura più accentuata.
    Il processo non è nuovo ma s’è accentuato nell’ultimo decennio.
    Prendete un qualsiasi borgo di qualsiasi regione, escludendo i borghi di pianura a ridosso delle aree metropolitane o a forte sviluppo economico, e guardate (basta Wikipedia) quanti abitanti aveva negli anni ’50, poi anni ’60, ’70 e così via.
    Pacentro, p. es., aveva 4.500 abitanti un secolo fa; nel 1951 erano 3.600; dieci anni dopo (1961) un terzo in meno (2.400 ab.); nel 1971 erano 1.600; nel 2011 gli abitanti erano 1.200. Oggi sono circa un migliaio, perlopiù anziani.
    Non ci sono colpe locali ma è l’economia che è mutata. I poli industriali sono in pianura, a ridosso dei grandi centri urbani, lungo le coste e lungo i grandi assi viari. E accanto a tali poli s’è poi sviluppata un’economia e una società più dinamica.
    Un’ inversione demografica esigerebbe politiche di incentivo di carattere nazionale, non locale, incentivi non solo alla natalità ma anche al ritrasferimento e ripopolamento delle aree interne. Ma per fare tali politiche servono forti investimenti e tanti tanti soldi. Ma qui, qualunque sia il Governo, denaro non ce n’è: c’è solo un immane debito pubblico. E quindi tale spopolamento è ineluttabile ed irrefrenabile.

  7. L’azione primaria è quella regionale, e la continua avversione della stessa a non voler riequilibrare i territori ne è la risposta. Decenni di voluti affondamenti, di perpetrato isolamento, di avversione continua al territorio ed eccone i frutti non nuovi.
    Se è vero che il calo demografico è “globale”, il fatto non giustifica che si continui ad investire in aree maggiormente prospere delle altre moribonde aree.

    QUALCUNO IN REGIONE PUÒ AFFERMARE CHE VI SIA UN EQUILIBRIO TERRITORIALE?
    PERCHÉ QUESTO ULTRADECENNALE DISEGNO ASSASSINO NON SI INTERROMPE E CONTINUA? CHI CI VUOLE MORTI E PERCHÉ?

  8. ANDATE A VOTARE E ANCHE DI CORSA CHE I VOSTRI POLITICANTI VI SALVERANNO DALLA CATASTROFE ESEMPIO SU TUTTI LA NUOVA GIUNTA COMUNALE NON ELETTA DA NESSUNO MA INSEDIATASI PER GOVERNARE IL PAESINO DI SULMONA INGENUI

  9. e se la colpa fosse di tutte quelle oneste persone che hanno preferito, sin da quando ricordo io, un bel posto alla Snam,alle Ferrovie…. un bel posto fisso! Quanta ricchezza sperperata, invece di crearla!

  10. e se la colpa fosse di tutte quelle oneste persone che hanno preferito, sin da quando ricordo io, un bel posto alla Snam,alle Ferrovie…. un bel posto fisso! Quanta ricchezza sperperata, invece di crearla! E così fu!

  11. Notizia di oggi :
    “Partite IVA tornano a crescere in Italia, Abruzzo in controtendenza con – 5%”
    Un po’ troppo comodo prendersi solo meriti, strombazzare continuamente capacità e risultati fantastici e attuare la solita, logora e stancante tattica dello scaricabile per i fallimenti evidenti.
    In politica esistono anche responsabilità precise.
    Vero è, che quello dello spopolamento è un fenomeno diffuso, ma è anche vero che in questa regione l’indice di spopolamento è più del doppio di quello della media nazionale.
    Non ci sono soldi?
    Questo è il momento storico in cui ce ne sono tantissimi, molti di più a disposizione rispetto al passato, ma la sperequazione, la mancanza di metodo, l’indifferenza di chi governa e in egual misura dovrebbe amministrare i territori è talmente evidente…
    Città letteralmente ricoperte di milioni e territori che rimangono costantemente a bocca asciutta…
    Non una strategia efficace, un programma valido, un’attenzione particolare alle realtà maggiormente in sofferenza, come questa città, che invoca aiuto ormai da tanto tempo…
    Come si persegue lo sviluppo in regione?
    Lo leggiamo ogni giorno e appare evidente seguendo la direzione in cui vanno le riorse: chi può, prende quanto più possibile.
    Ma chi può in questa regione? Si ha la netta impressione che si riconoscano e attribuiscano priorità e privilegi attraverso logiche che non dovrebbero avere niente a che fare con un’amministrazione utile delle risorse, basata sullo studio dei problemi e la ricerca di soluzioni il più possibile efficaci.
    Nel 2024, il metodo pare ancora basarsi su variabili incomprensibili alla ragione ma certamente care alla politica : vecchi amici, sodali e compagni di partito, città del cuore e città inesistenti…
    Rappresentanti di regione, quale regione? Rappresentano e curano solo la propria area territoriale.
    Senza un minimo di lungimiranza tra l’altro, perché si può fare tutta la propaganda che si vuole, anche quella più squallida, cioè quella fatta sulla sanità, sulla pelle e sui problemi di persone già sofferenti per malattia e in maggioranza anziani e fragili, ma arriverà sempre il momento in cui, di fronte alle difficoltà, al peggioramento del proprio stile di vita (e sarà ancora peggio con l’autonomia differenziata), di fronte al mancato sviluppo, le persone si accorgeranno di essere state prese in giro… E proclami e propaganda non potranno più bastare.

  12. A PETRAN S DIC L CIRCILL ALLARUECH CADREC DE LI GABON SCIASSY AECT FRA ECT A LU PIET TIDRILL

  13. Una politica che insiste sul” manufatto” a danno dell occupazione….
    Evidentemente il primo sazia + del secondo…
    Ma evidentemente in quest ultimo trovi le proteine
    X i muscoli della società
    ma non il” ristoro” x la politica e le “imprese”…
    Così avremo ulteriori ” ristori” x gli osp.di Avezzano
    Vasto Chieti Teramo ecc…Scatoloni Vuoti….
    “Intantemente”

  14. Continuate ad essere ostinati a non cambiare mentalità…poi vedrete ancora quanti numeri scenderanno. L avete distrutta Sulmona e ancora vi arrendete.

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