Tanto di cappello

La prima cosa a colpirti al civico 92 di corso Ovidio a Sulmona è l’odore. Una fragranza di caramelle che si intona e confonde con i colori dei tessuti, i fiocchi e i merletti. Sarà anche per questo che Lu & Lu è diventata una meta di festa per i ragazzini che c’entrano. Da loro e per loro, d’altronde, ha preso forma e sostanza il sogno di Daniela Rotolo, 39 anni e un invito in tasca per entrare la prossima settimana, dal 17 al 19 gennaio, nel tempio della moda dei bambini.

Partecipare a Pitti Bimbo con un suo stand, è un sogno che si è concretizzato dopo anni di attesa e tenacia: dodici ore al giorno chiusa in quel “buco” a liberare pensieri e coprire le teste di grandi e piccini, ad inventare e cucire accessori, a ricamare un sogno romantico che aveva sin da bambina, quando ammirava in una stanzetta di un appartamento di Popoli la zia, emigrante di ritorno da Milano, che batteva il pedale su una Singer con la trasmissione a cinghia di cuoio.

“Quella di realizzare cappelli è stata un’intuizione che mi è venuta mentre gestivo un negozio per bambini – racconta -. Ero stufa di fare la commerciante e una settimana prima che scoppiasse la pandemia ho deciso di chiudere il negozio e di dedicarmi solo all’artigianato. A fare cappelli”.

L’arte l’aveva imparata qualche anno prima, quando nel 2016 si iscrisse all’Istituto di Moda Sgrigna di Roma: “Ricordo che il giorno prima della prova di ingresso – continua Daniela – scoprii di essere incinta. Pagai subito i mille euro di iscrizione e non dissi nulla della gravidanza a mio marito. Con la prima figlia avevo già rinunciato ad un lavoro e non volevo precludermi il mio sogno. E’ stata dura viaggiare una volta a settimana da Sulmona a Roma in quelle condizioni, ma ne è valsa la pena”.

Prima le teste di amici e conoscenti come cavie, poi i primi pezzi venduti a 10 euro, fino alla svolta: “Un giorno una rappresentante di un fornitore del mio negozio di abbigliamento – ricorda – mi disse di preparare un piccolo campionario, perché i cappelli per bambini non li aveva in catalogo e i miei le piacevano. Così ho cominciato a vendere ai negozi: una decina tra Abruzzo e Molise”.

Il prodotto funziona: il tessuto felpato non dà fastidio ai bambini, i nastri e i fiocchi sono l’elemento caratterizzante, la creatività espressa e non più repressa dà forma a pezzi unici.

Oggi Lu & Lu vende anche in Puglia, Campania, Triveneto, Toscana ed Emilia Romagna e, da questo mese, persino in Portogallo, con in programma a maggio una fiera a Valencia in Spagna. Seimila pezzi l’anno, circa 200mila euro di fatturato e un centinaio di negozi specializzati per un mercato che presenta ancora tante opportunità di crescita.

“Non vendo su internet per il momento – chiarisce – per una scelta ben precisa: non voglio finire nel tritacarne della concorrenza, ma creare un marchio. Per lo stesso motivo non faccio concorrenza ai miei clienti e lascio loro libero il prezzo di vendita del prodotto e se qualcuno vuole comprare direttamente da me, che non sia nel mio negozio, chiedo il prezzo più alto a cui è venduto il prodotto. I cappelli vanno misurati, vedere se ti stanno comodi, se si intonano i colori e la tipologia. A chi mi contatta consiglio sempre il negozio più vicino”.

Un cappello Lu & Lu costa oggi dai 39 ai 120 euro: “E’ tutto fatto a mano, pezzo per pezzo, cucitura su cucitura. Ed è un lavoro che nessuno vuole più fare: trovare una sarta oggi è diventata un’impresa”. Nel laboratorio retrostante, diviso da una tenda dal negozio, l’aiuta – regolarmente assunta – una sarta, una delle poche rimaste e che hanno imparato il mestiere alla ex Termini: “La crescita che sto avendo mi entusiasma, ma non nego che mi preoccupa – spiega – non voglio rinunciare alla qualità e al prodotto fatto a mano per soddisfare il mercato”. Che toccare, costruire, anziché solo produrre, è tutta un’altra cosa: per questo gli inviti alla fiera di Firenze, li sta spedendo in cartaceo e con il francobollo. “E-mail e messaggi al telefono, ormai, non fanno più effetto – motiva la sua scelta -, invece vedersi arrivare nella cassetta delle poste una lettera che non sia una bolletta, ha tutta un’altra efficacia”.

L’anno di psicologia frequentato dopo il diploma da ragioniera, gli è stato sufficiente: “Contrariamente a quanto spesso si dice e si pensa – racconta – la città mi è stata molto vicina, mi ha spronato acquistando i miei cappelli sin dall’inizio. E continuano a tornare, anche ora che non costano più 10 euro. C’è gente che vive fuori e che torna per le feste comandate che fa tappa fissa qui in negozio. Tutte le feste, e in particolare il ponte dell’8 dicembre, quest’anno sono state un delirio, anche grazie al treno dei Parchi che ha portato un flusso turistico in città di diverso livello, oltre che numericamente importante. Gente che acquista senza neanche chiedere il prezzo. Anche se il regalo più bello, come al solito, me lo hanno fatto i bambini: alcuni di loro quest’anno hanno scritto sulla letterina a Babbo Natale di desiderare un cappello Lu & Lu”.

Come in una favola, come un sogno; ma con la testa sulle spalle e un cappello sulla testa.

4 Commenti su "Tanto di cappello"

  1. beatrice ricottilli | 12 Gennaio 2024 at 11:06 | Rispondi

    Ci vuole coraggio e fantasia e determinazione e ancora tanti “e” per realizzare un sogno soprattutto se “fatto con le mani”. Che il tuo sogno realizzato, Daniela, sia l’esempio per tutti. Bravissima e complimenti!

  2. SalviamoSulmona | 12 Gennaio 2024 at 12:18 | Rispondi

    Brava Daniela!

  3. Chapeau!

  4. COMPLIMENTI DI CUORE DANIELA,NON TI COBNOSCO PERSONALMENTE MA CI TENGO A COMPLIMENTARMI CON TE E A DIRTI CHE SEI LA PARTE BELLA E L’ORGOGLIO DI SULMONA DI CUI POTERSI VANTARE…UN CARO SALUTO CON IMMENSA STIMA PER TE DANIELA DA C7SULMONA

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