Volontari, sul fronte solo i “raccomandati”. La schizofrenia dei soccorsi

Tornano o forse no i volontari sul Morrone, dopo giorni di confusione, disorganizzazione e a questo punto schizofrenia, arriva un nuovo contrordine. Anzi un doppio contrordine. Nella tarda giornata di ieri era stato vietato a tutti i volontari di aggiungersi agli uomini e alle donne impegnate nello spegnimento delle fiamme, oggi il Dos c’ha ripensato nuovamente ed ha deciso che domani potranno riaggregarsi per svolgere le operazioni a terra. Una decisione durata qualche ora, perché in tarda serata è arrivato il contrordine al contrordine. Dovevano essere tutti uomini e donne del posto che in questi giorni avevano già operato in zona San Pietro, che avevano dimostrato affidabilità e soprattutto che il Morrone lo conoscono bene. Servivano nel lavoro di bonifica dei focolai domati e come supporto logistico per i vigili del fuoco che dirigono le operazioni dei canadair. E fa niente se il brevetto non ce l’hanno, non sulla carta almeno. Loro potevano operare, ma poi no. Erano già pronti con pale e picconi, ma a tarda sera hanno dovuto riporli.

I ripensamenti sono in parte dovuti alle difficoltà riscontrate dalle forze in campo che in questi giorni hanno avuto diversi problemi per via della mancanza di conoscenza del territorio. Nel pomeriggio di oggi un gruppo di militari, in seguito a delle informazioni sbagliate si è diretto in direzione Vicenne mettendo in parte a rischio la propria incolumità. Fortunatamente i militari sono stati intercettati da alcuni volontari di Pratola Peligna che li ha scortati fino in zona San Pietro.

La situazione purtroppo è ritornata critica, il vento ha riattivato focolai che ieri erano stati domati dando parecchi problemi proprio nei pressi dell’Eremo che ieri era stato salvato dalle fiamme. Nel tardo pomeriggio la situazione si è aggravata quando la strada è stata presa d’assalto dal fuoco impedendo ai volontari di ritornare a valle con i propri mezzi e sono stati costretti a lasciare le automobili in quota e riscendere con l’elicottero. Si spera in domani nel tanto agognato arrivo del biturbo Erickson, sembra tanto che il tempo stia per scadere e nei prossimi due giorni si capirà se il fuoco sarà arginato al Colle di San Pietro o proseguirà verso i pini di Bagnaturo.

2 Commenti su "Volontari, sul fronte solo i “raccomandati”. La schizofrenia dei soccorsi"

  1. armando pasetti | 26 Agosto 2017 at 22:53 | Rispondi

    secondo un mio parere da persona che di incendi ne ha visti tanti,ne ha spenti tanti,ne ha diretti tanti,e di alta montagna ,l’unica variante è che i nostri sono in inverno quando la temperatura è bassa il gelo rompe tutto ,anche le mani,il freddo complica il lavoro,la luce che è corta,mezzi aere cosi’ grossi nelle nostre vallate fanno fatica ad avvicinarsi, ma e, dico ma, se il direttore delle operazioni ha la vista lunga,è UMILE nelle scelte prese con il personale e si appoggia ad personale esperto del luogo,la tattica gli risulta sempre migliore.Penso a quel DOs con un incendio cosi esteso col personale non sempre adatto alla situazione,coi giorni che trascorrono e non ne viene a capo,e la RESPONSABILITà di tutto il personale Civile e Militare,non è facile neanche per un alto funzionario dei Vff,

  2. Solo ora leggo il Tuo commento DOS Pasetti. Da DOS a DOS mi permetto di darti del Tu. So che Sei un DOS della Regione Lombardia, mentre io lo sono nelle terre di Sicilia. Altra terra appunto, altre condizioni climaticle, altra orografia, altre cause e concause che circostanziano gli incendi. Avendo origini Abruzzesi, durante il periodo estivo soggiorno nella Valle Peligna e nella Marsica. Saltando altri preamboli, sotto mentite spoglie, poichè figuro tra i volontari di una delle associazioni intervenute sull’incendio del Morrone, ma non qualificatomi come DOS, ho partecipato fin dalle prime battute alle attività AIB di Pacentro. Successivamente col gruppo di appartenenza siamo intervenuti anche alle Marane di Sulmona e al Colle delle Vacche di Pratola Peligna. Nel nostro impiego ci siamo trovati a lavorare con diversi DOS tra ex Forestali e quelli di formazione Vigili del Fuoco. Con loro la presenza di Funzionari, Capi Squadra e personale dei VVFF. Tengo ad evidenziare che tra i DOS ex CFS e quelli VVFF ci sono differenze notevoli. Da notare il rapporto con tutto il personale operante nell’attività antincendio, con le istituzioni presenti, compresi gli ex Forestali oggi Carabinieri. Rapporto pratico, schietto, concreto da parte dei DOS Forestali. Molto meno quello dei DOS VVFF che tra l’altro non vedono di buon occhio la Protezione Civile. Molto meno buona la performance delle squadre dei Vigili del Fuoco che, almeno in questo contesto non avevano praticità su come affrontare le fiamme nel bosco. Vuoi per la novità del compito passati a loro dalla Forestale; vuoi per la poca praticità a lavorare nel bosco; vuoi per la mancanza di adeguate attrezzature e sistemi individuali di sicurezza; vuoi per ……. . Tornando ai DOS, quello che mi preme evidenziare che ce ne sono stati più di uno, anche se sinceramente da quello che si legge nei diversi interventi sul Germe, dall’articolo giornalistico ai commenti vari di tanti tastieristi, si vuole far passare il messaggio del DOS unico. Non mi và di fare nomi, anche perchè chi legge sul Germe sa di chi si parla, ma nella realtà dei fatti se responsabilià c’è da parte del DOS non va data in esclusiva ad un unico soggetto. Io con il DOS, più volte citato, in quei giorni ho avuto modo di lavorare anzi aggiungerei da Lui siamo stati diretti. Se pur con le relative distanze abbiamo potuto notare come ha inteso affrontare l’emergenza. Da Lui siamo stati condotti nell’attività anche via radio, come pure attraverso i Vigili del Fuoco sempre da Lui Coordinati. Abbiamo potuto, ma forse e meglio che mi esprima al singolare, ho potuto notare come venivano indirizzati i lanci dei mezzi aerei; corretti quando serviva. Siamo stati adoperati da quel DOS, in azioni di repressione anche con l’utilizzo combinato dei mezzi con i moduli Antincendio. Raggionandoci oggi ho potuto apprezzare lazione da lui intrappresa di far intervenire gli Operai ex Forestali di Castel di Sangro con i quali ci siamo adoperati, con tecniche forestali, a realizare sbarramenti con solchi e ad eseguire abbattimenti di piante per creare dei viali tagliafuoco. Ho potuto verificare che dietro la Sua Direzione, i Vigili del Fuoco e i Militari, sono riusci a compiere quello che potevano ritardando l’avanzamento del fuoco. Tutte le condizioni dalle climatiche, caldo intenso misto a forti folate di vento, a quelle legate al territorio impervio e alla presenza di tanto materiale combustibile erano notevomente avverse all’operato delle squadrea AIB e al Coordinatore dell’attività. Ho voluto rendere partecipe Te e quanti leggono di ciò che ho personalmente vissuto, assistito, riferendomi a quel famoso DOS. Anche gli altri hanno fatto la loro parte ma i risultati sono stati quelli che conosciamo. Non colpevolizzerei la figura di quel/quei DOS. Piuttosto, forse ricercherei le cause in tutti quei contestio di cui si è tanto parlato, ovvero la soppressione del Corpo Forestale dello Stato, la poca esperienza nell’ambito boschivo dei Vigili del Fuoco, l’assenza delle istuzioni nei piani di sviluppo rurale, la presenza di Parchi che insieme alla voce delle associazioni ambientalistiche vietano di tutto lasciando quindi la natura a se stessa senza gli interventi che in passato si effettuavano e via dicendo.

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