Presidenza vacante al Parco Majella, i 39 sindaci scrivono a D’Alfonso

Chiedono una condivisione nella scelta del nuovo presidente del Parco Nazionale della Majella. I 39 sindaci dei comuni parte del Parco scrivono così al presidente della Regione, Luciano D’Alfonso, per passare in rassegna le personalità in grado di prendere il posto detenuto, fino a novembre scorso, da Franco Iezzi. Una figura che deve avere “conoscenza del territorio nei suoi aspetti più profondi, competenze specifiche in materia ambientale e di sviluppo territoriale, conoscenza dei procedimenti amministrativi” sono le qualità richieste. Un profilo completo, insomma, che sia in grado di guidare l’Ente anche in relazione al rapporto con le comunità, da sempre restie nel percepire le potenzialità di vivere in un parco nazionale.

La comunità diventa così un rapporto imprescindibile per i sindaci con le quali diventa necessario un “dialogo costante” perchè le popolazioni “aspettano, da oltre 30 anni, la scintilla che riaccenda la speranza nel futuro” scrivono nella lettera i sindaci. Certo che a riguardo sarebbe utile, non solo agli amministratori, ma anche agli stessi abitanti dell’area protetta, comprendere appieno diritti e doveri del vivere l’area, che poi non è solo un limite, ma anche e soprattutto tante opportunità. Insomma l’integrazione ed il confronto vanno rinnovati, questo è sicuro.

La lettera, spedita l’altro giorno in Regione, ha trovato dunque la sottoscrizione di tutti, a prescindere dall’appartenza politica, una azione trasversale lanciata dall’ente stesso ad oggi presideduto dal vice Claudio D’Emilio, sindaco di Palena. Un’azione politica, insomma, che arriva alla vigilia (quasi) delle elezioni, quando cioè D’Alfonso, candidato al Senato per l’uninominale entrerà sicuro in Parlamento. Le previsioni sul suo futuro politico sono tante: dallo scranno in seno al Governo al rientro in Regione se non sarà accontentato. Tra realtà e fantasia resta il fatto che ora una poltrona è di certo vuota, quella in cima al Parco Majella. Un nome era stato fatto, Michele Ianniello, segretario di Federica Chiavaroli, ancora prima si parlava del sulmonese Fabio Spinosa Pingue, anch’esso legato alla Chiavaroli. Ma si sa come vanno queste: i primi nomi fatti sono quelli poi destinati ad essere bruciati. Chissà.

Sta di fatto che ad avere una nomina prima delle politiche nessuno ci crede più, tutto sarà rimandato, come tanto altro ancora, a data da destinarsi. Intanto i sindaci la loro missiva l’hanno voluta inviare lo stesso, probabilmente consapevoli che tanto, per ora, non se ne farà nulla, ma comunque è un segnale. L’estate scorsa, nel bel mezzo dell’emergenza incendio, a chiedere una figura più competente in materia naturalistica direttamente al ministro Galletti, mettendo al bando la politica, erano state anche diverse associazioni ambientaliste. La palla resta ferma, così, alla Regione che poi la passerà al ministero competente per l’ufficializzazione.  Tutto il giocabile forse sarà giocato prima del 4 marzo, si spera che la scelta, in un modo o nell’altro, venga fatta con cognizione di causa perchè oltre ad accontentare la politica c’è un patrimonio di profonda bellezza da conservare e valorizzare.

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