La guerra dei droni

C’è la Protezione civile con la sua flotta e il suo progetto sperimentale, il Parco nazionale della Majella che lunedì scorso ha annunciato una convenzione con la Sky drone e ora anche il Pd che ha avviato con la Eadrone un altro progetto per effettuare rilevazioni geotermiche, analisi del territorio e della qualità dell’aria, controllo slavine e frane.
Un gran traffico sui cieli della Valle Peligna, insomma, con questi piccoli velivoli che sono in grado di arrivare dove l’uomo non arriva, non così nel dettaglio, non così rapidamente.
Una flotta che però è bloccata dalle normative di legge che prevedono per l’uso dei droni civili regole molto ferree e distanze di sicurezza che non permettono interventi così immediati ed efficaci.
La normativa Enac a cui devono attenersi, infatti, non permette il volo dei droni ad una distanza orizzontale superiore ai cinquecento metri dal pilota e ad un altezza superiore ai centocinquanta metri. E questo nonostante chi pilota un drone, tecnicamente un Sapr (sistemi aeromobili a pilotaggio remoto), debba prima di mettersi al joystick aver conseguito un vero e proprio brevetto da pilota autorizzato dall’Enac.
Insomma nonostante la proliferazione di convenzioni e intenzioni, alla fine non sarà così facile e immediato utilizzare questi costosi gioielli in miniatura per monitorare il territorio, sia in fase di prevenzione, ancor meno in caso di emergenza, visto che le limitazioni di cui sopra, diventano barriere insuperabili in caso di pericolo (come gli ultimi incendi) quando nel cielo volano aerei ed elicotteri spegnifuoco o in caso di assembramenti di persone (quindi se ci sono strade trafficate o manifestazioni di richiamo).
Una deroga è possibile se l’autorizzazione al volo diventa militare, in quel caso le regole Enac che riguardano i voli civili, vengono meno. Però l’esercito i droni non li usa, non nelle emergenze e nella calamità naturali almeno.
Ecco perché pensare di spegnere gli incendi o monitorare un territorio così vasto come le nostre montagne con i Sapr non è pensabile. Prima che il Parco, come ha annunciato, ne acquisti uno.

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