Mitigazione sismica. Sbic: “Nessun progetto finanziato”

Oltre 2 milioni e mezzo di euro in cassa che da anni non si riescono ad erogare, nonostante le graduatorie approvate e, soprattutto, l’urgenza di mettere in sicurezza uno dei centri storici più belli e importanti d’Abruzzo. Sulmona Bene in Comune torna a pungolare l’amministrazione comunale sulla questione della sicurezza sismica, urgenza che resta tale anche in tempo di emergenza sanitaria. “Ad oggi sono 70 gli edifici che, pur rientrati nella graduatoria ufficiale, attendono dagli uffici il completamento dell’iter per ottenere il finanziamento.
Dal 2014 ad oggi nessuno di questi edifici è stato finanziato e su nessuno di essi si sono potuti realizzare i lavori – denuncia Sbic -. Questo nonostante che le opere per la mitigazione del rischio sismico avrebbero permesso a 70 edifici, molti dei quali in centro storico, di mettersi in sicurezza, almeno nei confronti dei meccanismi più pericolosi che si potrebbero attivare con una crisi sismica importante (l’inserimento di catene a bloccare il ribaltamento delle facciate, ad esempio, causa di innesco di danni e crolli)”.


Una storia infinita quella dei fondi per la mitigazione del rischio sismico, persasi nelle richieste di integrazioni e ritardi congeniti alla macchina comunale: “Si fa insomma un gran parlare di prevenzione ma ai proclami non corrisponde un’organizzazione politica e amministrativa capace di farsene carico – continua il movimento politico -, viste le difficoltà anche nel gestire procedure di ordinaria amministrazione. Un ufficio tecnico con dirigenti che vanno e vengono, con personale tecnico in part-time, con tecnici con contratti a tempo determinato e senza la presenza di una politica autorevole determina quello che ormai a Sulmona è vissuto con rassegnazione dai cittadini e dai tecnici. E così non si dà seguito ai finanziamenti, non si riesce ad avere un rapporto proficuo e continuo con chi sta cercando di realizzare la Microzonazione Sismica di Livello 3, non si manda avanti il progetto pilota di Casa Italia (a proposito, che fine ha fatto?). Per non parlare del Liceo Classico, il cui ritardo e le note vicissitudini se non fossero drammatiche per chi le subisce, potrebbero apparire ridicole e paradossali”.
Una lentezza ed infeccienza che secondo Sbic si farà sentire anche quando sarà il momento di dare seguito alle richiesta per il sisma bonus a cui molti privati stanno ricorrendo: “Con quali risorse umane, amministrative e di programmazione politica – conclude Sbic – si intende gestire questa ulteriore delicata fase di prevenzione e di potenziale ripresa economica?”

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