
Finestre rotte, macchinari smontati, murales e porte sfondate: “Non abbiamo dovuto violare nessun sigillo, né rompere nessun lucchetto per entrare – spiega il leader del gruppo, Giovanni Bartolomucci – questa scuola è ormai preda quotidiana di vandali, di fatto aperta a tutti e alla mercé di chiunque. Siamo pronti ad assumerci tutte le responsabilità dell’azione dimostrativa – continua – purché questa città e il presidente della Provincia Antonio De Crescentiis, si svegli e faccia tornare gli studenti a Sulmona”.
Dopo l’ispezione interna Casapound si è spostata sul tetto dell’edificio esponendo uno striscione con scritto “Basta chiacchiere il De Nino-Morandi torni a Sulmona” e, muniti di megafono, hanno spiegato le ragioni del loro blitz, puntando l’indice contro la Provincia.
L’Itcg è chiuso dall’ottobre del 2014 dopo che la guardia di finanza sequestrò una parte del cantiere di Scuole sicure nell’ambito di un’inchiesta sulla ricostruzione.
Da allora gli studenti sono stati trasferiti tutti a Pratola, nonostante l’impresa che arrivò seconda alla gara, dopo la rescissione del contratto con la prima ditta, si sia detta disposta a concludere i lavori in tre mesi.

Il presidente della Provincia, però, ha ribadito anche alle telecamere de Il Germe, che lui non ha intenzione di fare scorciatoie e che la pratica passa nelle mani del Provveditorato alle opere pubbliche, per un nuovo progetto e un nuovo appalto che chissà quando verrà assegnato e terminato.
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