Bocconi nel suo terreno, incubo scongiurato per Marco e i suoi cani

Questa volta per fortuna non è accaduto nulla, questa volta il destino o il sesto senso ci ha messo la mano. A trovarlo quel polpettone, presumibilmente avvelenato, pochi giorni fa, è stato lui Marco, il proprietario di quei cani che avrebbero potuto cedere alle lusinghe di un boccone all’apparenza molto ghiotto. Il pasto è stato buttato all’interno del suo terreno in zona Ballucce ad Introdacqua. Proprio il giorno prima i suoi tre cani, due San Bernardo adulti e un cucciolo , li aveva portati a casa, a Sulmona, perché tra lavoro e impegni il tempo di stare con i suoi amici a quattro zampe è sempre meno, così, ha preferito prenderli con sé, quasi un sentore.

Non ci ha pensato nemmeno un secondo, ha allontanato e conferito quel polpettone, stanco di assistere a gesti di meschinità. Per Marco infatti non è la prima volta, questa vicenda purtroppo non gli è nuova e lo porta indietro ad un anno fa, quando il boccone avvelenato invece sortì il suo effetto e scopo. Una ferita che si riapre, in quell’episodio morì un bellissimo esemplare di 11 mesi di San Bernardo, un cane tenace che cercò di resistere per due giorni.

Un gioco assurdo, patologico” un atto orribile, Marco non nasconde la sua inquietudine, una storia che non vorrebbe più sentire ma che, come ricorda invece, continua a ripetersi in valle.

Si torna così ad assistere a bocconi da richiamo per cani e gatti, un fenomeno che sembra non arrestarsi tre mesi fa a morire due cani padronali da tartufo a Bagnaturo, poco prima una strage di gatti a Pacentro che aveva suscitato la reazione del sindaco Angelilli che parlò di “gesto barbaro sintomatico della più becera inciviltà”.

Una storia per fortuna a lieto fine, questa volta, in molti a sollevare timori e disagio, persino di portare il loro cane a fare una semplice passeggiata dietro l’angolo, il caso più emblematico fu quello di Aquila, meno di un anno fa, stroncato da quel mix micidiale ben tagliato occultato in una polpetta.

Anna Spinosa

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