Centrale unica, divorzio incrociato. E Sulmona rischia di non poter più fare gare

E’ un territorio che continua ad essere lacerato quello della Valle Peligna, dove la politica, nonostante gli inviti alla “normalizzazione” e all’armistizio della guerra tra Guelfi e Ghibellini, continua a giocare di ripicche e vendette, divorzi e grandi abbracci.
Così se oggi Pratola Peligna, dopo essere uscita dalla Cuc di Sulmona, voterà in consiglio comunale l’adesione alla Centrale unica di committenza delle Terre dei Peligni, c’è chi da quelle Terre ha deciso di andarsene.
Manco a dirlo si tratta dei Comuni di Prezza e Roccacasale, legati a doppio filo all’assessore regionale Andrea Gerosolimo e quindi al sindaco di Sulmona Annamaria Casini che da Pratola ha ricevuto l’onta del divorzio.
Tanto il sindaco Marianna Scoccia (moglie di Gerosolimo), quanto Enrico Pace, infatti, hanno inserito nei punti all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale (che si terranno tra domani e sabato) il recesso dalla convenzione relativa alla Cuc Terre dei Peligni, evidentemente con l’obiettivo di confluire in quella che dovrà costituire (per legge) Sulmona.
Insomma “il pallone è mio” e ci gioco con chi voglio, secondo la logica che le squadre le decide il capitano.
Certo visto lo stato disastrato di palazzo San Francesco, dove non si riesce ad avviare un lavoro pubblico neanche con i soldi in cassa, né a fare una gara in casa, la decisione dei due centri, che contano in tutto circa millecinquecento abitanti, non sembra essere delle più sagge.
Il problema vero, però, dalla prossima settimana sarà quello di Sulmona che, ufficialmente, dal primo ottobre, con l’uscita di Pratola Peligna non ha una Centrale unica di committenza e cioè non può tecnicamente fare una gara (messo che politicamente riesca a farla).

Perché Prezza e Roccacasale aderiscano alla Cuc di Sulmona, infatti, bisognerà aspettare fino al prossimo anno, in quanto il regolamento delle Terre dei Peligni spiega chiaramente come la disdetta debba essere fatta entro il 30 settembre, ma l’efficacia dell’uscita ha valore a partire dal primo gennaio.
Sulmona, senza soci nella Cuc, al momento insomma non può indire gare d’appalto, a meno che qualche Comune (che non possono essere al momento Prezza e Roccacasale), come aveva annunciato il sindaco Casini, non subentri in tempi strettissimi.
Dal canto suo le Terre dei Peligni possono continuare a lavorare, perché oltre ai Comuni soci dell’Unione siglata nel 2015, dopo otto anni di associazione, sono entrati nella Cuc anche Cansano, Campo di Giove, Castel di Ieri, San Benedetto in Perillis e, tra qualche ora, Pratola Peligna.
Il divorzio di Prezza e Roccacasale, però, fa male all’Unione, perché il progetto di Terre dei Peligni (di cui fanno parte oltre i due paesi in questione, anche Raiano, Vittorito e Corfinio) è, o era, un progetto di ampio raggio, che non riguarda solo le gare d’appalto, ma la programmazione del territorio: dal Piano regolatore integrato ai Fas. Una voce unica che oggi è un po’ meno unica.

1 Commento su "Centrale unica, divorzio incrociato. E Sulmona rischia di non poter più fare gare"

  1. Non c’è che dire, veramente due amministratori lungimiranti. Forse dovrebbero ricordare che le unioni politiche passano ma le scelte per il territorio lasciano il segno per tanto tempo.

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