Coop senza rinnovo, musei nel degrado e senza personale

Musei aperti, ma non sono le giornate del Fai: a Sulmona l’ingresso nelle strutture museali è semplicemente impossibile da controllare, almeno in alcune di esse. Da un paio di settimane, infatti, i custodi addetti al Polo dell’Annunziata e a quello diocesano sono diventati solo tre, quelli cioè alle dirette dipendenze del Comune, dopo che gli altri, quelli che tramite la cooperativa Zoe co-gestivano il servizio, sono stati messi alla porta. La cooperativa, infatti, ha perso la gara d’appalto per la gestione che dovrà tornare nelle mani della Servizi Turistici, ma nelle more del nuovo affidamento annuale, il Comune non ha provveduto a fare un affidamento diretto a tempo.
Mancherebbe un documento, infatti, per affidare il servizio ed evitare oltre ai disagi, anche una spesa aggiuntiva per le casse pubbliche, visto che gli uffici hanno cercato di ovviare al problema implementando le ore di straordinario dei tre custodi storici. Uno sforzo, però, che non è servito ad arginare la falla nel servizio di custodia, tanto da rendere praticamente libero l’ingresso nelle strutture.
Così, in particolare, è al museo archeologico in situ dove i preziosi mosaici e resti di epoca romana sono praticamente in balia di chiunque. A dire il vero tutto il plesso museale è in balia del degrado: erbacce, sporcizia, avanzi di cantiere, pavimenti neri, lampade fulminate, giardini senza cura, muri scrostati e tetti cadenti. Uno spettacolo davvero poco invitante per i turisti che, pure, visitano frequentemente i musei.
Senza contare che quello medievale continua a restare chiuso dal 2009, in quanto i problemi seguiti al terremoto non sono stati mai neanche affrontati.
Tornando al personale, il problema non è solo per chi usufruisce del servizio, ma anche per chi ci lavora. I cinque dipendenti della Zoe, infatti, rischiano di perdere il posto di lavoro, perché in assenza di un affidamento anche temporaneo potrebbero essere licenziati dalla cooperativa e di conseguenza perdere il diritto all’applicazione della cosiddetta clausola di salvaguardia che ne consentirebbe il riassorbimento nella cooperativa entrante.
Per il momento i cinque, alcuni dei quali lavorano anche negli uffici della cultura, sono stati messi in ferie forzate, ma i giorni a disposizione per alcuni potrebbero finire nel fine settimana.

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