Covid a quota 128, avanzata senza tregua. D’Andrea: “Problema sanitario, intervenga la Asl”

E’ una avanzata senza tregua, senza sosta: altri sedici contagi da ieri mattina, a cui si aggiunge il caso di Bugnara ricoverato. E il conto non è ancora finito, perché nella notte continuano ad arrivare altri risultati ai tamponi. Il Centro Abruzzo tocca quota 128 casi di Covid, con il focolaio di Bugnara che nelle ultime ore continua a produrre numeri impressionanti: ai 20 registrati fino a ieri, si sono aggiunti nelle ultime ore almeno altri 4 casi.
E poi, ancora, nelle ultime ore, 2 a Sulmona, 5 a Pettorano sul Gizio, 1 a Introdacqua e 4 di cui non è ancora nota provenienza e dettagli.
Il numero delle persone in sorveglianza speciale è di 463 ad oggi, ma è un numero ovviamente provvisorio, destinato a moltiplicarsi mano mano che si tracciano i contatti.
Con i focolai più vivi che sono quelli di Bugnara, Pettorano sul Gizio e in parte Sulmona.


La mappa segna ad ora 58 casi a Sulmona, 24 a Bugnara, 20 a Pettorano sul Gizio, 9 a Pratola Peligna, 5 ad Introdacqua, 1 a Corfinio, 1 a Pacentro, 5 di turisti rispettivamente a Pescasseroli (3), Scanno (1) e Scontrone (1), poi Castel di Sangro (1 “importato” dalla Sardegna) e ancora 4 casi ancora da definire.
E per oggi dovrebbero arrivare altri responsi, tra cui quelli particolarmente delicati della Casa di riposo Cercone di Sulmona che ieri hanno eseguito i tamponi a personale e ospiti, dopo che una dipendente della struttura è risultata positiva.


L’ex primario di Anestesia dell’ospedale di Sulmona ed ex consigliere regionale, Gianvincenzo D’Andrea, lancia l’allarme e la protesta: “Il numero di casi Covid positivi e di soggetti sottoposti a sorveglianza attiva dimostrano inequivocabilmente che nella Valle Peligna l’epidemia in corso rappresenta un problema sanitario di non trascurabile rilevanza – scrive -. Oggi i malati ed isolati per Covid nella Valle Peligna sono all’incirca la metà dell’intera provincia de L’Aquila, ma non risulta che i settori sanitari che devono far fronte a questa situazione particolarmente impegnativa, nell’Ospedale di Sulmona e nella Prevenzione, siano stati rafforzati nella dotazione del personale medico ed infermieristico”.
Ricorda D’Andrea quando Sulmona ha dato una mano durante l’emergenza trasformandosi, pur non essendolo sulla carta, in ospedale Covid e come, invece, ora che ha bisogno di aiuto, di personale e risorse, sia ignorata.
“Voglio sperare che il direttore generale ed il direttore sanitario della Asl comprendano che devono risolvere questo problema con le necessarie ed opportune disposizioni urgenti – continua D’Andrea -. Non farlo significa aprire praterie sconfinate alla diffusione del Coronavirus condannando tutto il circondario peligno a pagarne terribili conseguenze sia sotto il profilo sanitario che economico”.

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