Cure a pagamento senza ricevuta: medico sulmonese rinviato a giudizio

E’ stato rinviato a giudizio, con udienza fissata per il 27 novembre, il medico sulmonese Paolo Leombruni, finito nella tempesta giudiziaria per aver percepito 1.750 per una cura domiciliare. I fatti risalgono al 2021, quando Leombruni durante una visita a domicilio per curare un caso di Covid, intascò tale cifra in modo indebito in quanto Medico presso il Pronto Soccorso dell’ospedale di Sulmona.

Il paziente, bloccato presso la propria abitazione a causa degli allora protocolli sanitari in vigore per il Coronavirus, contattò Leombruni per conoscere la stato di salute della propria consorte, ricoverata presso il nosocomio sulmonese. Durante la telefonata, Leombruni avrebbe avanzato la proposta di una terapia alternativa all’uomo per guarire il prima possibile dall’infezione. Terapia iniziata dopo il terzo tampone positivo. L’uomo si fece somministrare la cura proposta da Leombruni, sia in via endovenosa e sia in via orale. Sette flaconi dal costo di 250 euro l’uno, per un totale di 1.750 di assegni staccati.

Per le prestazioni sanitarie, però, non sarebbe mai stata emessa fattura. Tant’è che alla richiesta dell’uomo di ricevere la regolare ricevuta, Leombruni avrebbe risposto che in quel caso il costo delle prestazioni mediche sarebbe raddoppiato.

Per questo motivo Leombruni è stato denunciato, e quest’oggi il gup del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, ha rinviato a giudizio il medico difeso dai legali Alessandro Margiotta e Alessandro Scelli.

Leombruni era già stato condannato lo scorso dicembre dopo che i Nas lo sorpresero nel 2021, mentre si faceva pagare 230 euro per la somministrazione di un farmaco ad una paziente oncologica di Raiano. Per i reati di concussione e peculato, così, Leombruni è stato condannato a 6 anni e 9 mesi di reclusione, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e di 5 anni di interdizione dalla professione di medico.

2 Commenti su "Cure a pagamento senza ricevuta: medico sulmonese rinviato a giudizio"

  1. Che tu abbia il coraggio di chiedere scusa alle tue vittime.

  2. Non riesco a capire la ratio “dall’interdizione perpetua dai pubblici uffici e di 5 anni di interdizione dalla professione di medico”.
    Secondo il mio modesto parere fare il medico non è solo e soltanto una professione ma anche e soprattutto una missione (come si diceva una volta). Il paziente affida la sua salute al “suo” medico, per cui mi chiedo e ringrazio chi mi illuminerà…trascorsi 5 anni si può diventare un medico degno? C’è qualcuno che si affiderà alle sue cure? L’ordine dei medici non dice nulla in merito?

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