La vicenda dei finanziamenti regionali per Ovidio 2017 finisce sui banchi del tribunale, quello penale e quello contabile, dove il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Gianluca Ranieri, ha depositato un esposto chiedendo di fare luce su modi, tempi e destinatari dei 100mila euro stanziati dalla Regione per il Bimillenario ovidiano.

E dalla lettura degli atti, i 5 Stelle scovano la sovrapposizione dei nomi di commissari e beneficiari dei finanziamenti: Raffaele Giannantonio, Gaetano Di Bacco, Massimo Di Paolo, Caterina Fantauzzi, tutti, specificano nell’esposto i grillini, da una parte membri della commissione e dall’altra legati a progetti finanziati dalla stessa.

L’elenco dettagliato dei punti contestati, delle associazioni interessate e dei progetti posti all’attenzione della magistratura, sarà pubblicato domani sulla Bacheca del Germe (nelle edicole o su questo sito per gli abbonati sostenitori).
Ma soprattutto le carte dovranno ora leggerle i magistrati per verificare i dubbi avanzati dai grillini sulla gestione di questi fondi pubblici, anche e soprattutto in vista del finanziamento ben più cospicuo che sta arrivando per il Bimillenario con la legge parlamentare (dove sono stati messi in bilancio 700mila euro).

“Abbiamo più volte richiesto in consiglio regionale – continua Ranieri – che per l’assegnazione dei fondi per la cultura venisse attuata la legge 46/2014, approvata proprio da questa stessa maggioranza, senza mai riuscire ad ottenere l’applicazione della norma. La trasparenza e la parità delle condizioni di base nell’assegnazione dei fondi per la cultura sono principi per i quali il M5S si batte in Regione Abruzzo sin dall’inizio della legislatura. Continueremo a batterci affinché la trasparenza diventi un elemento imprescindibile di ogni azione di governo, in ogni grado istituzionale, dal Parlamento fino al più piccolo dei comuni”.
Il caso dei fondi del Bimillenario era stato già sollevato dal Germe e, in consiglio comunale, dal movimento politico Sbic con una interrogazione, alla quale il sindaco Casini rispose assicurando l’assoluta regolarità dei lavori della commissione da lei presieduta. Ora saranno la procura della Repubblica di Sulmona e la Corte dei Conti a dover verificare se davvero così è stato.
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