Gara mense “illegittima” e crisi politica: le minoranze chiedono un consiglio

“A distanza di oltre una settimana dall’approvazione dell’ultimo documento contabile, stante il perdurare dell’atteggiamento silente del Sindaco di fronte ad una situazione a dir poco kafkiana, si ritiene indispensabile e non più procrastinabile il confronto in aula al fine di far conoscere ai cittadini cosa stia realmente accadendo e quali decisioni intenda assumere il primo cittadino”: con queste parole una parte dell’opposizione, che ancora una volta vede assente la firma dei due consiglieri di Fratelli d’Italia, Vittorio Masci e Salvatore Zavarella, ha protocollato oggi la richiesta di convocazione urgente del consiglio comunale. Due gli ordini del giorno da inserire: quello sulla crisi della maggioranza e quello dell’appalto sulle mense scolastiche.

Proprio su quest’ultimo punto i firmatari della richiesta, sulla base dell’articolo da noi pubblicato nei giorni scorsi, evidenziano oltre a profili di inopportunità politica del conflitto di Mimmo Di Benedetto (capogruppo Pd e associato nello studio della proprietà della società che ha risposto alla gara), anche dubbi di legittimità della gara stessa. Le opposizioni vanno nel merito del disciplinare, lì dove si attribuiscono premialità nell’offerta tecnica in relazione, tra gli altri, alla distanza dei centri di cottura, oltre alle dotazioni tecniche e alle aree e spazi a disposizione.

“Quanto previsto dal disciplinare di gara al punto 14.2 risulta essere in contrasto con la Delibera ANAC (Autorità Nazionale Anti Corruzione) n.394 del 19 maggio 2021 – fanno notare le minoranze – secondo cui l’aver previsto un criterio di valutazione dell’offerta tecnica relativo alla qualità del centro che si basa sullo schema progettuale del centro cottura inclusivo di informazioni relative ad elementi specifici e strutturali dell’immobile quali superfici, planimetrie e percorsi progettati, in tal modo sostanzialmente premiando i concorrenti che ne abbiano già la disponibilità, viola i principi di favor partecipationis, massima concorrenza e parità di trattamento, impedendo agli operatori economici che non siano nel possesso di un centro cottura di formulare una proposta tecnica con la quale possano aspirare ad ottenere il massimo del punteggio”.

Insomma così com’è quel disciplinare pone “una discriminazione tra coloro che hanno già la disponibilità anche astratta di un centro cottura e coloro che si impegnano a fornirlo in sede di stipula del contratto”, tanto più che si richiede la certificazione Iso in corso di validità in riferimento al centro di cottura che verrà utilizzato “in ciò determinando un vero e proprio surrettizio criterio di partecipazione, violativo dei principi di massima partecipazione, concorrenza e divieto di discriminazione nell’affidamento dei contratti pubblici”.

Chi voleva partecipare, come dire, ci potrebbe aver ripensato, visto gli stringenti criteri indicati. Quanto basta per discuterne in consiglio, tenendo conto che c’è, o ci sarebbe, già una crisi politica aperta da risolvere. Che, così aveva detto il sindaco, si sarebbe dovuta chiarire dopo l’approvazione del bilancio. Non certo restando in silenzio.

3 Commenti su "Gara mense “illegittima” e crisi politica: le minoranze chiedono un consiglio"

  1. Ma non vi vergognate?

  2. Ma di tanti problemi che ha Sulmona…

  3. Poetando sul raglio | 4 Luglio 2023 at 00:48 | Rispondi

    Alla prova di ‘sti fatti
    mò vediamo cos’è che fan ‘sti matti,
    che del fare e vane glorie
    peggio fan di un cantastorie.
    E per questo o quel fattaccio
    dican tutti è ben ch’Io taccio,
    sol sperando in comprensione
    per il grande pasticcione.
    Che hanno messo in bella mostra
    con zizzania e senza sosta.
    Stufi solo in sei e per ore,
    vanno avanti con ardore,
    per chieder conto a tutti l’altri
    di spiegare ognun le parti.
    Stai a vedè però stavolta
    ci sarà la vera giravolta.
    E se ci dice bene, finiran così le nostre pene.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non verrà mostrato.


*