Il disco orario e l’area camper

Bruno Di Masci lo ha posto come uno degli obiettivi prima di staccare la spina all’amministrazione Casini: giusto per portare qualcosa a casa in questo governo di salute pubblica. E, d’altronde, è un anno ormai che il Comune ha annunciato la sua imminente apertura. Senza che questo sia accaduto. L’area camper è rimasta infatti chiusa anche per le feste appena passate: code di camper ai cancelli, turisti disorientati e non serviti. Come accaduto al ponte dei morti, a Ferragosto, alla Giostra e ancor prima a Pasqua, solo per citare le ultime occasioni perse.

Con i lavori finiti e riconsegnati, l’infrastruttura di via Japasseri (costata quasi un milione e mezzo di euro di fondi Fas) è d’altronde uno degli esempi più lampanti di una città che non funziona, che non riesce a mettere la bandiera neanche lì dove il tetto è finito, seppur con molta fatica e sei anni di attesa.

L’impasse burocratico sembra ora sia stato superato in qualche modo, grazie ad un’interpretazione del dirigente dimissionario Gianfranco Niccolò che ha permesso alla giunta di adottare una delibera nella quale si afferma che il chiosco del bar-ristoro, per il quale sarebbe necessaria una variante al piano regolatore, non essendo quella un’area commerciale, può essere aperto e somministrare bevande e alimenti in base alle norme tecniche di attuazione che consentono di utilizzarli (i chioschi) “per visitatori e ricoveri per l’attività di custodia” e che tra “le attività per i visitatori possono senz’altro ricondursi anche alla vendita e somministrazione di alimenti”.

L’escamotage, tuttavia, rischia di far fuggire anche i tre imprenditori che si sono proposti per la gestione (e che comunque dovranno rispondere ad un avviso pubblico o ad una manifestazione d’interessi), perché stando all’interpretazione letterale del parere quel chiosco bar-ristoro, che dovrebbe insomma garantire gli introiti necessari al privato per gestire la struttura, potrà essere solo a servizio dei clienti dell’area camper e dei turisti. Il che vuol dire ridurre ad una platea molto ridotta la potenziale clientela, soprattutto perché i periodi di apertura dell’area camper si limitano verosimilmente a quelli festivi.

Insomma, quando e se sarà fatto l’atteso avviso pubblico, bisognerà vedere se ci sarà ancora qualcuno disposto ad investire sull’area camper, sapendo che per gran parte dell’anno il bar-ristoro dovrà rimanere chiuso.

Comunque vada ci vorrà verosimilmente del tempo ancora: all’avviso dovrà seguire la gara, la commissione, la valutazione, l’affidamento, l’entrata in funzione. E con un Comune in crisi politica e riserva amministrativa (di fatto senza dirigente di settore) sarà complicato riuscire a tagliare il nastro prima della prossima Pasqua. Un’altra occasione persa. Una delle tante.

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