
Bene, superato l’ostacolo di “chi remava contro”, i Piani complessi non sono mai partiti. Ma neanche avviati: la graduatoria aggiornata o rinnovata deliberata dalla commissione congiunta cinque mesi fa è rimasta nel cassetto, senza che si trasformasse in una delibera di giunta prima e di consiglio poi come sarebbe necessario. Senza ovviamente che, ad oggi, si sia verificato se ci sono e quanti ancora interessi a far calare sulla città una colata da 22mila metri quadrati di edilizia residenziale, 3,5mila di commerciale e 4mila di direzionale.
“Prenderò visione del dossier dopo la metà di maggio – commenta il neo assessore all’Urbanistica, Luigi Biagi – in questi due mesi abbiamo avuto molte emergenze a cui badare”. E prima dei due mesi, a quanto pare, anche nei tre mesi precedenti alla sua nomina, quando la delega all’Urbanistica ce l’aveva niente meno che il sindaco in persona.

La verità sembra essere però quella che già si era preconizzata e cioè che quello strumento oggi non interessa più nessuno, perché la richiesta di abitazioni è crollata e perché le condizioni poste dai Piani prevedono fideiussioni milionarie sull’intero progetto che sarà presentato.
Nei corridoi, anzi, si dice che dei cinque progetti rimasti in piedi, se va bene uno solo potrebbe conservare un barlume di interesse da parte del proponente, ovvero quello di Sirius in via XXV aprile, con i suoi 7,3mila metri quadrati residenziali, quasi mille commerciali e 1,2mila direzionali. Ma è una volontà tutta da verificare, quando e se in Piani complessi diventeranno operativi.
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