Il sequestro delle zucchine: il tribunale toglie i sigilli al “ranch” abusivo

Un sequestro fatto “senza motivazione”: oltre mille metri quadrati di terreno a cui sono stati apposti i sigilli il 14 luglio scorso da parte della polizia municipale per una presunta struttura abusiva, quella che qualcuno ha definito un ranch, ma che in realtà è una rimessa per gli attrezzi. Di fatto ieri il tribunale dell’Aquila ha annullato il sequestro e ha restituito ai proprietari il terreno e le casette che si trovano a Case Pente di Sulmona, restituendo ai legittimi proprietari, rappresentati dall’avvocata Teresa Nannarone, i campi coltivati e i beni che sono rimasti inviolabili per quasi due mesi.
“Il decreto di sequestro – scrivono i giudici del tribunale dell’Aquila – anche qualora abbia ad oggetto cose costituenti corpo di reato, deve contenere una motivazione che, per quanto concisa, dia conto specificatamente della finalità perseguita per l’accertamento dei fatti” cosa che nel caso di Case Pente non è stata fatta. “Il decreto di convalida del sequestro probatorio emesso dal pubblico ministero – continuano i giudici – risulta del tutto privo di motivazione con riferimento sia al nesso esistente tra il bene sequestrato ed i reati per i quali si procede, sia alle precipue finalità probatorie del vincolo reale apposto, peraltro, sull’intera area di oltre mille metri quadrati e non sul solo manufatto abusivo”. In altre parole che “c’azzecca”, avrebbe detto il famoso Pm prestato alla politica, l’opera abusiva con zucchine, pomodori e insalata che i proprietari non hanno potuto più cogliere per due mesi.
Casette e terreni sono così tornati oggi nella disponibilità dei proprietari. Sul reato di abuso edilizio, si vedrà.

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