Il tunnel elettorale

Ancora qualche giorno e usciremo dal tunnel della campagna elettorale che, mai come questa volta, è stato buio e vuoto. Un dibattito quasi inesistente, giocato solo sui temi della paura e dell’immigrazione, qualche scandaluccio qua e là che non fa mai male e la solita montagna di promesse, che poi sono quelle che ascoltiamo da un ventennio. E’ come se gli stessi politici, complice una legge elettorale che ha già tutto deciso, non volessero neanche sporcarsi le mani o sovraesporsi, perché tanto la prospettiva sembra essere quella di tornare alle urne a stretto giro. Un voto inutile, insomma, e anzi dannoso: perché tra megafoni in pelle, turbe da cicli elettorali, riposizionamenti strategici, nel frattempo, per stare in casa, l’amministrazione della Cosa pubblica si è congelata o meglio disintegrata. In Regione, nonostante la volontà di D’Alfonso (quasi sicuramente eletto al Senato) di voler rimanere al timone il più a lungo possibile all’Emiciclo, la coalizione di maggioranza non esiste più. Chi con il Pd, chi con LeU, chi non si sa con chi. L’assessore alle Aree interne Andrea Gerosolimo, ad esempio, è sparito dal panorama politico: non si vede e non parla più, non ha fatto un solo incontro pubblico, né si è esposto per dare indicazioni di voto. Che per un “animale da elezioni” come lui, è tutto dire. Il “passo giro”, però, non è stato privo di effetti collaterali: e se ad Avezzano è arrivato il Consiglio di Stato a sfasciare la coalizione che Gerosolimo aveva sostenuto, a Sulmona è stato tutto il resto. Ovvero la naturale disintegrazione dell’ammucchiata trasversale tra destra e sinistra che “in francese” si chiama progetto civico e, soprattutto, l’assenza di risultati amministrativi. La sindaca Casini, tra una centrale e una dimissione, ha cambiato negli ultimi tre mesi tre assessori. Ma di risultati non se ne sono visti, anche perché più che gli assessori si dovrebbe cambiare la macchina amministrativa che non funziona, proprio no: finanziamenti persi, ricostruzione al palo, patrimonio in abbandono, lavori pubblici e scuole ferme. Insomma niente di niente, tant’è che grossi pezzi della maggioranza sono pronti a mollare la sindaca autoreferenziale: l’aria che si respira a Palazzo è di quelle da pre commissario che, se non arriverà subito, è solo perché ormai è saltato il giro delle urne di primavera.

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