Itcg, la scuola che “non torna”

Il termine che usano gli ingegneri quando i calcoli strutturali sono insufficienti è “non torna” o “non esce” o “non gira”, riferendosi cioè al dato di verifica statica che i sofisticati software di cui si servono non riescono ad elaborare. Un termine che nella storia dell’Itcg De Nino-Morandi può essere esteso anche oltre i computer, perché a “non tornare” sono tante, troppe, cose.

Da otto anni sul destino della scuola di via D’Andrea, aleggia mistero e caos: non si è mai capito, ad esempio, perché la parte dell’edificio che non venne interessata dal sequestro della magistratura sia stata sgomberata dalla sera alla mattina. Eppure su di essa non pendeva nessuna analisi di vulnerabilità sismica così grave come lo è quella, oggi, dell’Iti di Pratola (la scuola ospitante), né certificati di inagibilità statica.

Non si è mai capito davvero, poi, perché la gara d’appalto che venne espletata per la sua messa in sicurezza, nonostante i soldi già in cassa, sia stata annullata, anziché far scorrere la graduatoria della stessa dopo che la ditta incaricata era finita nel ciclone giudiziario. E nonostante la seconda in graduatoria si fosse offerta di fare i lavori alle stesse condizioni dell’appalto già assegnato.

Non si è mai capito, ancora, perché il progetto di messa in sicurezza sia cambiato numerose volte: dal miglioramento, all’abbattimento e ricostruzione, di nuovo al miglioramento parziale.

Così come non si è mai scoperto perché, quando si pensava di aver raggiunto un sentiero, la scuola prese misteriosamente fuoco.

Ignoti restano i motivi per i quali la Provincia, passata e presente, non si sia mai davvero adoperata per il rientro degli studenti almeno nella città di origine, con quel contratto quasi firmato tre anni fa per il plesso di Sant’Antonio, su cui improvvisamente si mise di traverso prima il preside e poi il Comune di Sulmona.

Non ci si spiega perché la gara d’appalto, nonostante il progetto validato e sempre con i soldi in cassa, da dieci mesi ormai non riesca ad uscire dagli oberatissimi uffici del Provveditorato alle opere pubbliche, e d’altronde non si capisce neanche perché l’appalto sia stato passato a loro come stazione appaltante.

In ultimo non è chiaro, né lo ha chiarito il presidente Caruso ieri nell’intervista rilasciata al Germe, perché la relazione di vulnerabilità sismica dell’Iti, che oggi sembra aver convinto tutti a trasferire gli studenti a Sulmona, sia stata se non occultata, taciuta per un anno e mezzo.

La giustificazione secondo cui il dato sulla vulnerabilità non è rilevante ai fini dell’agibilità dell’edificio è debole sotto più punti di vista: innanzitutto perché per molto meno a Sulmona sono state sgomberate diverse scuole, in secondo luogo perché di fronte a quegli indici di vulnerabilità, la Provincia avrebbe dovuto comunque “muoversi” (lo dice la legge), ovvero commissionare studi di approfondimento o lavori di messa in sicurezza per rendere il “rischio diacronico”. Che poi è quello che si è deciso di fare ieri, solo dopo che la nostra testata ha reso nota una relazione di cui nessuno sapeva niente o meglio che nessuno si è premurato di far conoscere all’opinione pubblica e persino agli organi istituzionali competenti (così dicono).

Le responsabilità politiche di questa “omissione” sono gravi e lo sono anche quelle amministrative, perché non è stata rispettata una procedura prevista dalla normativa (cantierare interventi) e non sono stati rispettati gli studenti, le famiglie, i docenti e il personale non docente che, in quell’edificio, anche nei laboratori e nella palestra che hanno mostrato problemi statici, hanno continuato ad andare inconsapevolmente finora, anzi che sono stati ingannati a sentire lo spot pubblicitario fatto fare ai ragazzi della scuola, che vantano tra le altre cose proprio la sicurezza sismica della loro scuola.

Infine, ma non da ultimo, non è stata rispettata una comunità, quella sulmonese, che in questi otto anni ha perso l’unica scuola professionale che aveva e con essa un corso di studi ridotto ormai al lumicino.

19 Commenti su "Itcg, la scuola che “non torna”"

  1. Una professoressa | 12 Agosto 2022 at 08:53 | Rispondi

    Sì capirebbe tutto se si chiedesse ai docenti che hanno vissuto questa vicenda sulla propria pelle. Fra di loro anche molti ingegneri il cui parere tecnico è stato sempre inascoltato.

    • Troppo lontano fare sulmona pratola??? Mah.
      Per la redazione, perché non pubblicare integralmente la perizia? Perché non pubblicare anche la determina di affidamento dello studio? Parliamo di atti pubblici.

  2. Chiedetelo a De crescenti che nn consenti lo scorrimento della graduatoria e passo tutta la procedura di appalto dalla provincia al provveditorato con il solo scopo di ingarbugliare ed allungare il tutto,
    Chiedetelo al dirigente scolastico che pretese a tutti i costi il trasferimento della scuola a Pratola, che mai si adopero’ x il suo ritorno e si oppose al rientro al convento di San Antonio,
    chiedetelo al Sindaco di allora che nn riuscì a difendere una struttura della città,
    Chiedetelo alla procura Dell aquila, che ha posto sotto sequestro, oltre l ‘ala oggetto di lavori, il cortile antistante impedendo di fatto l’ ingresso alla parte integra.
    Chiedetelo al presidente Caruso perché a distanza di 8 anni nn è stato chiesto il dissequestro quantomeno del cortile.
    La vicenda del De Nino Morandi sembra una storia Kafkiana gestita da persone inadeguate che nn hanno fatto il bene della città.
    Una speranza, ma la strada è ancora lunga, sta nel sindaco attuale, unico a richiedere continuamente il ritorno in città della scuola

  3. Prof. D’Amico ( Comitato a difesa dell’Istituto Morandi) non e’ giunto il momento di scatenare la”battaglia” ? Grazie.

  4. ..e gira che ti rigira alla fine a prenderselo in quel posto è, guarda caso, sempre la città di Sulmona..

  5. Concetta Di Prospero | 12 Agosto 2022 at 12:52 | Rispondi

    Come Cisl Scuola ci mettiamo a disposizione per un puntuale confronto ed una interlocuzione con la Dirigenza, con i lavoratori del polo e con gli attori politici. Per il bene della città e della Valle occorre fare distretto.
    Professoressa Concetta Di Prospero
    Cisl Scuola

  6. Il commento di KIMBO è l’amara verità

  7. Genitore ITIS | 12 Agosto 2022 at 15:28 | Rispondi

    L’ITIS senza i Lab non ha senso! Dopo 2 anni di didattica forzatamente “anomala” mi rifiuto di pensare ad una soluzione che non contempli le attività laboratoriali, almeno per il triennio!

  8. Chissàperche' | 12 Agosto 2022 at 18:29 | Rispondi

    Domanda per kimbo:
    si è capito per quale criptico motivo l’ex dirigente pretese a tutti i costi il trasferimento del De Nino Morandi a Pratola e si oppose al suo rientro presso i locali del convento di S.Antonio?

  9. Sandro De Panfilis | 13 Agosto 2022 at 09:40 | Rispondi

    Storie di ordinaria follia sulmonese……e la consigliera provinciale che dice?? Sicuramente conoscerà meglio di tutti lo stato dell’arte….

  10. La mamma dei figli degeneri è sempre incinta, specialmente a Sulmona.

  11. Condivido. A quanto sembra questa città non riesce a fare a meno dei figli ingrati.

  12. ..e, ancora peggio, di quelli che remano contro.

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