Itcg, “l’ammuina” del trasferimento

La consigliera provinciale (di opposizione) Antonella La Gatta si rallegra e ringrazia, anche a nome del Comune di Sulmona, il presidente Angelo Caruso: l’avviso pubblicato dalla Provincia ieri per la “ricerca in locazione passiva di un immobile da destinare a sede dell’Istituto scolastico Itcg” è, o almeno dovrebbe essere, il passo atteso da otto anni. Il ritorno del De Nino-Morandi a Sulmona, cioè, seppur in un plesso diverso da quello di via Virgilia D’Andrea.

Atto dovuto e promesso dal presidente Caruso, dopo che Il Germe, ha svelato gli indici di vulnerabilità sismica, dieci volte inferiori alla norma, della scuola ospitante, ovvero l’Iti di Pratola Peligna.

Ma che la promessa possa essere davvero mantenuta, qualche dubbio sorge leggendo l’avviso. A partire dalla firma, non apposta dalla dirigente, ma da un suo delegato.

Soprattutto, però, lasciano perplessi le condizioni poste e i tempi di attuazione. L’avviso scadrà il 6 settembre, infatti, e nello stesso la Provincia chiede ai proprietari di rendere disponibile i mille metri quadrati richiesti e attrezzati a partire dal 15 settembre (e fino alla fine di luglio del 2025) con la possibilità di avere 15 giorni di tempo dall’affidamento per gli adeguamenti tecnici. Ciò vuol dire, per cominciare, che gli studenti il 12 settembre, giorno di riapertura delle scuole, non entreranno verosimilmente nella “nuova” scuola. E potrebbero non farlo almeno fino al 21 settembre (senza contare i tempi del trasloco ed eventuali ritardi nella firma del contratto). Viene da chiedersi, quindi, dove trascorreranno i primi dieci giorni di scuola, calcolando che l’Iti (che li ha ospitati in questi otto anni) potrebbe non essere pronto per quella data, ovvero senza neanche le attestazioni di sicurezza statica indispensabili.

C’è poi la questione della cosiddetta classe d’uso: la Provincia richiede un terzo livello di classe d’uso che, a Sulmona, ha probabilmente solo il nuovo ospedale. Il plesso di Sant’Antonio, che sembra essere l’unico candidabile ad ospitare ragionieri e geometri, infatti, è stato adeguato alla classe due, mentre per la classe tre è stata fatta richiesta al Genio civile che, però, non l’ha ancora concessa. La clausola ha del paradossale in realtà: per la nuova scuola si richiede una classe tre, mentre per la scuola nella quale si trovano, l’indice di vulnerabilità sismica è dieci volte più basso dei parametri di legge e quello statico, come accertato dall’indagine di secondo livello e in attesa di quella di terzo livello, non è soddisfatto nel corpo centrale per le scale e in nessun modo alla palestra e ai laboratori.

Ad insospettire che la Provincia faccia sul serio è poi il prezzo messo a base di contrattazione dall’avviso: inferiore a 6 euro a metro quadrato, ovvero 1 euro in meno di quanto Provincia e proprietari della Sant’Antonio avevano pattuito tre anni fa quando venne ipotizzato per la prima volta il trasferimento. E le condizioni, aveva detto Caruso, sarebbero state le stesse.

Infine, ma non secondaria, c’è la clausola degli aggiustamenti: il proprietario dovrà provvedere, è scritto nell’avviso, “a propria cura e spese, all’eventuale adattamento dei locali per le esigenze per l’uso scolastico, con accollo di ogni spesa ed incombenza di ordine tecnico e amministrativo”. Ovvero potrebbe dover rifare aule e laboratori, con inevitabile allungamento dei tempi, a proprie spese e secondo i desiderata della scuola.

Ce n’è abbastanza per sospettare, almeno quello, che l’avviso firmato da un delegato della dirigente della Provincia sia solo “un’ammuina” e che la “ricreazione” non è ancora finita.

13 Commenti su "Itcg, “l’ammuina” del trasferimento"

  1. Mai lette tante baggianate in un solo articolo… Gli articoli tecnici, dovrebbero scriverli i tecnici… È come se un contadino, si mettesse a parlare di medicina e chirurgia… No word! 🤣

    • In realtà c’è poco di tecnico da spiegare, c’è solo un po’ di conti e di logica da muovere. Lei se è in grado dia degli argomenti e delle risposte: possono gli studenti rientrare a Sulmona il 12 se il contratto parte dal 15? Può essere soddisfatta la classe tre d’uso? Finora questo giornale ha dimostrato di saperle leggere le carte e anche di smuovere le acque più di quanto abbia fatto in otto anni la politica. Sempre se lei è un tecnico, poi, laureato all’università di Facebook

    • Considerando che No word! in due parole ha commesso un errore (si usa “no words”), piuttosto che fare commenti dovrebbe tornare alle medie. You’re a dick!

  2. E’ chiarissimo che il bando contenga delle incongruenze “pesanti”, figlia più che della burocrazia della politica intrecciona e affarista e comunque fra pochi giorni si svelerà il suo “iter conclusivo” e se ne avrà occasione di discuterne più in la.
    Invece sarei “moooolto più interessato assai” a scoprire la “verità” sul perché del maldestro occultamento della documentazione relativa alla non agibilità di parte dello stabile dell’ITIS in quel di Pratola Peligna, che chiama vendetta in primis per l’esposizione al rischio di studenti e personale e peggio che peggio ha nascosto una pesante verità alla cittadinanza intera a dimostrazione della loro tenuta considerazione del popolo elettore.

  3. L'Avanguardista | 27 Agosto 2022 at 11:16 | Rispondi

    Non è certo la Provincia che stabilisce la Classe d’Uso di un edificio ma la Norma. Se un edificio è scuola la sua Classe d’Uso è 3 e tutte le verifiche vanno effettuate con riferimento a questa classe.

    • Quindi per la norma anzi la Norma tutte le scuole della provincia dovranno chiudere…chiedo per un mio amico che frequenta il liceo a castel di Sangro…ad Avezzano…o la Norma vale solo per Sulmona?

    • ricordo umilmente che in quell’edificio c’è stata una scuola fino a giugno e anche media… vediamo dunque le classi d’uso di tutte le scuole, Iti compreso

  4. Adesso sicuramente interverranno il sindaco di Sulmona e gli ottimi Consiglieri di maggioranza a smascherare questo giochetto e a farsi rispettare….giusto?

  5. ..interverranno il sindaco di Sulmona e gli ottimi consiglieri di maggioranza a smascherare questo giochetto e a farsi rispettare?
    Uaaaaaahahahahahah!! Hihihihihihihihi!! Ehehehehehehehehehe!! Uahahahahaaaaaaaahahahaaaaaahuahuahuahuahuahuahuahuahuahuahuahahuuuuuaaaahahahahah!!

  6. L'Avanguardista | 27 Agosto 2022 at 16:30 | Rispondi

    La classe d’uso è stabilita dalle Norme per il calcolo strutturale. Le abitazioni sono in classe 2, le scuole in classe 3. Se la verifica è positiva ok, ma se la verifica è negativa con vulnerabilità <1 l'edificio è inagibile e và chiuso. Se si vuole usare S.Antonio come scuola deve essere verificata in classe 3, determinare la sua vulnerabilità e poi decidere se metterci dentro gli alunni, altrimenti se è in classe 2 va bene solo come abitazioni o similari.

  7. Se fossi un genitore di un alunno dell’ITIS di Pratola, mi girerebbero gli zebedei. Ma non vi avranno preso per il culo?

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