La sindrome dell’accerchiamento

Platea piena e palloncini, sintomo che tra i civici di aria ne è avanzata in abbondanza. Spadroneggia il colore arancione, simbolo dell’ambizione. Quella che di certo non possono nascondere i 112 candidati consiglieri comunali asserragliati al parco fluviale “Augusto Daolio” in attesa del comizio finale di Andrea Gerosolimo. Scomodati anche i Queen, con le note di We Will Rock You in sottofondo. Colonna sonora che solitamente si usa per caricare i calciatori nel prepartita.

A proposito di pallone, nella marea arancione c’era anche una nutrita delegazione dei calciatori dell’Ovidiana Sulmona di cui Gerosolimo fu il vice presidente con l’incarico più corto della storia, quando annunciò di ritirarsi dalle scene politiche per dedicarsi al pallone. Ecco, piuttosto che andare lui dal calcio ha portato il calcio da lui, neanche fosse Silvio Berlusconi con il Milan e il calciomercato per far infiammare i tifosi prima delle elezioni. E neanche fosse Josè Mourinho da Setùbal utilizza, per chiudere i discorsi elettorali, la tattica dell’accerchiamento. Sì, perché il comizio finale di Gerosolimo non ha portato idee o progetti. Bensì il tentativo di far terra bruciata attorno a lui, come nello stile dell’allenatore portoghese. Cioè una minaccia all’ordine e al benessere (la felicità del popolo) che viene dall’alto e dal basso. Anzi, soprattutto dall’alto. Peccato che quel tipo di comunicazione sia deceduta nel lontano 2010. Fino ad allora si potevano raccogliere frutti, che fossero trofei o voti. Insomma, Gerosolimo ha voluto continuare sulla linea della comunicazione calcistica dopo aver anche citato Luciano Spalletti nel primo incontro con i residenti dei quartieri: “Amministrazioni deboli, cittadini deboli”. Merito forse di uno spin doctor molto appassionato di Serie A.

Prima, però, Gerosolimo ha voluto lasciare la parola a chi è stato sulla barca di Annamaria Casini per elencare i traguardi (pochi) raggiunti in cinque anni e mezzo di mandato. Prima l’assessore Salvatore Zavarella, candidato con “Fare Sulmona”, con la lista degli interventi nelle scuole sulmonesi e non solo; poi Marina Bianco, attuale vicesindaco con deleghe, candidata con “I Democratici”. Insomma, per una città che deve andare avanti si è preferito guardare al passato, che troppo roseo non è. Inutile poi chiedere al pubblico dove si trovasse l’attuale sindaca (alludendo al fatto che stesse appoggiando gli altri candidati, quando invece è in viaggio in Germania), se poi gli uomini che si scelgono sono gli stessi dell’amministrazione precedente.

Poi l’entrata in scena di Gerosolimo tra un applauso scrosciante di 800 persone; anche se a detta del candidato erano 1.500, ma qui i conti non tornerebbero perché la capienza del “Daolio” con il rispetto delle norme non arriva a quelle cifre. Salti, baci, occhi lucidi e qualche “Vi amo” urlato alla folla. Poi l’inizio di 50 minuti scarsi di attacco verso tutti. Avversari politici, testate giornalistiche, banche e chi più ne ha più ne metta. Peccato che le accuse non siano mai entrate nel merito, anzi. “Per me in questa campagna esistono 3 candidati – ha urlato alla folla Gerosolimo – Io, Elisabetta Bianchi, e poi fate voi se Gianfranco Masci o Vittorio Di Piero”. No, non è un refuso, bensì la fusione che Gerosolimo ha fatto di nomi e cognomi dei due candidati di centrodestra (Vittorio Masci) e centrosinistra (Gianfranco Di Piero). Insomma, da uno che vuole portare innovazione e idee, città smart e new media, ci si aspetterebbe di più di qualche battuta su Di Piero che non guida la macchina o il fatto che sia uscito dai gruppi Whatsapp senza annunciarlo in pompa magna.

Sulla sua assenza all’evento tenuto ieri dalla nostra testata, invece, ha spiegato che i motivi che lo hanno spinto a rinunciare sono essenzialmente due. Il primo è l’aver preferito di tenere un comizio a via Avezzano (dove ha annunciato che farà il primo consiglio comunale), il secondo è che non si sarebbe abbassato a indossare la calzamaglia. Premesso che nessun candidato si è presentato in abiti medievali, di certo lo stile non lo fanno una giacca e una camicia e comunque per colui che dice di essere uno del popolo non dovrebbe essere un problema vestirsi con abiti umili.

Per il resto il solito Gerosolimo che non ha risparmiato altre bordate agli avversari. “Di Piero – ha detto il candidato civico – è un uomo sotto scorta di Teresa Nannarone. A lei e a Mimmo Di Benedetto non ha raccontato tutta la verità. Non ha detto cosa mi ha proposto”. Non sono mancati neanche gli attacchi a Masci: “Nessuno ha risposto ai suoi appelli per guidare la città. Solamente Alberto Di Giandomenico al terzo tentativo ha risposto presente”. Sul Cogesa e i suoi debiti, invece, continua lo scaricabarile: “Quel milione di debiti sono menzogne inventate per screditarmi. Infatti, tutti quei debiti derivano da errori commessi dalle precedenti amministrazioni di destra e di sinistra che governavano fino a quattro anni fa quella società facendo assunzioni a chiamata diretta”. E poi banche e banchieri che, a detta sempre del candidato civico, avrebbero alzato la cornetta per spalare fango su di lui. Insomma, Gerosolimo contro tutti e tutti contro Gerosolimo. Di proposte per il futuro neanche l’ombra, e guardando al passato c’è la desolazione di un paesaggio più che spoglio, senza neanche la decenza di indossare una calzamaglia.

Valerio Di Fonso

5 Commenti su "La sindrome dell’accerchiamento"

  1. Gianni Mariotti | 1 Ottobre 2021 at 21:54 | Rispondi

    Sempre faziosi …..pochi traguardi Salvatore zavarella😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂😂aiutoooooooooooooooooo

  2. Per il bene di Sulmona spero che i cittadini non si facciano influenzare da chi parla di futuro ma in cinque anni non ha saputo costruire nulla ed oggi tenta di prendere le distanze da se stesso, sostenendo di voler portare ad una rivoluzione culturale.
    In caso contrario andremo a contare il milione di turisti in uscita dal casello autostradale.

  3. Warning

  4. Ci piacerebbe sapere il comune di residenza dei vari zavarella,gerosolimo e molti facenti parte delle liste…

  5. Assembramenti

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