L’identikit del piromane

Dietro la mano del fuoco che da ore insiste sull’amato Morrone così come sulle altre cime del bell’Abruzzo, non esiste un solo volto, un profilo univoco che spieghi in maniera immediata e definitiva il responsabile di quello che nei fatti è un crimine contro il patrimonio naturalistico.
Il piromane, per capirci, ha più sfaccettature così come di diversa tipologia sono i motivi che portano a macchiarsi di questo reato, ci spiega la dottoressa Susanna Loriga psicologa e criminologa, sulmonese d’adozione anche lei colpita da questo scenario di fiamme e cenere che piove sulla città.    Insomma dietro gli incendi boschivi e di altra natura, non è solo una questione legata ad un disturbo psicopatologico, ad innescare le micce d’inferno e sul sistema che alimenta fiamme e paura compaiano all’appello numerose chiavi di lettura: atti di vandalismo, emulazione, profitto, vendetta, terrorismo politico e altro ancora

Chi è il piromane? Quali sono i profili e come interpretarli?

“Nell’analisi del piromane sono diverse le dinamiche e i profili da considerare e interpretare. Per piromane psicopatologico, i cui primi studi partirono già da metà del 1800, intendiamo un soggetto che agisce da solo, che prova soddisfazione, adrenalina e scarica la tensione nell’incendio che procura e delle conseguenze catastrofiche. Un appagamento che dura per un lasso di tempo, anche anni prima di un possibile nuovo colpo. Una persona  poco incline ai rapporti sociali,i cui primi segni di disturbo e problematiche vengono fuori nell’adolescenza. Il psicopatologico assiste alle operazioni di spegnimento si documenta, legge i giornali. L’emulazione e il vandalismo spesso vedono protagonisti gruppi, il preoccupante fenomeno “copy cat crime” un modello, un crimine che ispira e che viene riprodotto, complici per certi versi i media nella massiccia divulgazione di specifiche informazioni per questo è necessario limitare la diffusione dei dettagli.  Ben altra cosa il piromane legato alle logiche di lucro e profitto che agiscono in maniera strutturata, tutto è frutto di uno studio attento, nulla è lasciato al caso. Questi soggetti operano in maniera precisa, scegliendo tempi, modi di azione che rendono più complicato l’intervento dei soccorsi e le attività dei vigili. Qui il modus operandi è strutturato, così gli inneschi, l’azione è studiata nel minimo dettaglio e non hanno interesse per la cronaca. Troviamo poi motivazioni in ordine alla vendetta, terrorismo politico e attacchi ad un determinato territorio

Cosa risulta essere fondamentale nell’individuazione del piromane?

Fondamentale è capire il modus operandi e l’analisi della scena del crimine, è quello che dà tante risposte. Ci sono delle domande da porsi, interrogativi da comprendere : In che modo è stato appiccato il fuoco, con quali e quanti inneschi, i tempi, a quale fascia oraria, la volontà di distruggere più punti, una serie di elementi per tracciare il profilo psicologico. A seconda delle modalità risponde un profilo. Gli inquirenti tracciano il quadro del disastro e una volta davanti all’innesco sapranno dare delle risposte, ad esempio capire se si tratta di più persone, se conoscono bene o meno il territorio colpito.

Sui social si rincorrono ipotesi, ricostruzioni, si parla di “più piromani”. Un pour parler che non aiuta. Come agiscono gli inquirenti?

Le ipotesi bisogna lasciarle agli inquirenti che sono a lavoro e che tracceranno il profilo più aderente al piromane. Non possiamo dire e non ci pronunciamo perché non conosciamo tutti gli elementi se si possa trattare di una o più persone. Sono stati colpiti più punti certo e che ettari di terreno sono andati in fumo. Un territorio tenuto sotto scacco, ma solo una volta compreso il modus operandi si arriverà a capire e ad assicurare alla giustizia il colpevole o i colpevoli. In questi casi è bene lasciare lavorare e non fornire troppe informazioni o dettagli.

 

E mentre gli aerei sorvolano il cielo di Sulmona, non ultimo anche l’esercito a presidiare il Morrone, i cittadini a naso in sù contemplano la montagna ferita, ieri rossa come un vulcano. Una zona che è stata assediata, “violentata”, per molti resta difficile imputare tutto ad un solo responsabile. Un’area tenuta “sotto scacco” in queste 24 ore d’inferno sul Morrone. Pacentro, Passo San Leonardo, Sulmona un continuo aggiornamento tra colonne di fumo, così come gli interventi, i canadair, elicotteri, vigili, protezione civile in attività febbrili. Ai cittadini la rabbia e la speranza che i colpevoli vengano trovati al più presto per dare giustizia alla montagna tradita.

Anna Spinosa

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