Madre picchiata, rinuncia alla struttura protetta: “Mio figlio ha bisogno di me”

Ha deciso di tornare a casa, di rinunciare alla struttura protetta e al codice rosso che nei giorni scorsi i carabinieri avevano fatto scattare a sua tutela, dopo che era stata picchiata dal figlio cinquantaquattrenne. La donna settantenne di Sulmona, che aveva sporto denuncia nei confronti dell’uomo, insomma, ci ha ripensato e ha deciso che l’amore materno, va oltre anche il rischio di essere picchiata.

“Non è vero che mi ha chiesto soldi – spiega la donna -, lui ha una pensione di invalidità che gli permette di vivere la sua vita e cosa ci faccia sono affari suoi.  Anche se mi picchia io devo stargli vicina. Perché lui ha bisogno di me, ha una grave invalidità e senza di me non è autonomo. Per questo ho deciso di tornare a casa: mio figlio è capace anche di grandi momenti di dolcezza e io non voglio e non posso abbandonarlo”.

Il ripensamento della donna, tuttavia, non servirà a far cadere le accuse nei confronti del cinquantaquattrenne, essendo quello dei maltrattamenti in famiglia, per cui è stato denunciato, un reato procedibile d’ufficio.

5 Commenti su "Madre picchiata, rinuncia alla struttura protetta: “Mio figlio ha bisogno di me”"

  1. Tutto perfetto l’importante è che i cittadini vengano esonerati dall’obbligo quasi giornaliero di assistere a scene di violenza e insulti vergognosi nei confronti della madre che ha ritirato la denuncia. A proposito ma lo scendersi i pantaloni in pubblico non rientra in qualche reato?

    • Povera donna.. secondo me questa rinuncia nasce dal profondo terrore nei confronti di questo figlio.. e comunque davvero non è possibile ricoverarlo in una struttura adeguata alle sue condizioni?

  2. Er zwingt seine mutter ihm geld zu geben sonst bekommt sie Schläge und beleidigt sie er behandelt sie wie eine Sklavin!kann man diesen Geistes kranke Person nicht von ihr trennen!die mutter hat angst vor ihm deshalb hat sie ihre Anzeige zurück gezogen schaut das er weg kommt von ihr

  3. Basta processi fasulli al tribunale di Sulmona. La maggioranza dei processi sono fasulli che servono solo a guadagnare, e dovrebbe
    intervenire il ministero competente.

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