Niente proroghe per il Cim, sindaco e manager ai ferri corti

I toni idilliaci dell’ultimo consiglio comunale, la luna di miele tra il sindaco di Sulmona Annamaria Casini e il manager della Asl Rinaldo Tordera, la promozione a pieni voti nel comitato ristretto, sembrano essere ormai un ricordo.
I rapporti tra il primo cittadino e il direttore generale si sono rovinati e di molto nelle ultime ventiquattro ore, da quando cioè con un’ordinanza sindacale la Casini ha sancito la sospensione delle attività del Centro di salute mentale e del Centro diurno di via Mazzini, a seguito del rapporto con cui il Nas ha rilevato diverse criticità amministrative e strutturali della nuova sede.
Così, mentre Tordera annuncia ricorso al Tar e chiede una proroga di trenta giorni per mettersi in regola, la Casini risponde picche.
“Apprendo oggi con grande sconcerto delle gravi accuse che il direttore Rinaldo Tordera mi ha rivolto – scrive la Casini -, nonostante fosse stato sempre a conoscenza della situazione critica relativa alla struttura e nonostante sapesse quanto la sottoscritta si stesse adoperando per evitare qualsiasi tipo di difficoltà”.
Il sindaco sostiene infatti di essere stata in continuo contatto con i vertici Asl negli ultimi venti giorni per trovare una soluzione ed evitare la sospensione delle attività, un confronto che non ha portato ai risultati sperati se, nei fatti, oggi il Centro diurno è inattivo e quello di salute mentale ridotto alle sole emergenze.
E sembra rimanerci male, malissimo, il sindaco sul fatto di essere venuta a conoscenza “da un comunicato stampa” che sono state trovate soluzioni alternative, anche se poi non sono soluzioni.
Di certo la scontro non promette nulla di buono per le migliaia di pazienti dei due Centri, perché la Casini non accenna a nessuna proroga (tecnicamente un effetto ritardato dell’ordinanza) e lascia nelle mani della Asl la soluzione del disservizio.
Che tale resterà fino a quando non saranno adempiute tutte le prescrizione del Nas (e non sarà così semplice) o fino a quando non saranno trovati locali veramente alternativi: le due stanzette rimediate negli spazi di Medicina nucleare non possono infatti definirsi tali.

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