Scuolabus “fatto in casa”: nei piccoli centri si può. Risolta l’anomalia di Rocca Pia

La vicenda era finita in prefettura, dopo che sulla strada la polizia aveva fermato e multato lo scuolabus che, in realtà, scuolabus in senso stretto non è, non essendo per questo immatricolato.

Un Ducato nove posti di proprietà del Comune di Rocca Pia immatricolato per “uso proprio per trasporto di persone” che, apparentemente in violazione della norma, trasporta gli studenti ogni mattina nella scuola di Pettorano sul Gizio.

Fatto è che i circa dieci studenti di Rocca Pia per un periodo erano stati costretti a raggiungere la scuola di Pettorano sul Gizio con altri mezzi, prima cioè che il prefetto annullasse il verbale e consentisse di rimettersi su quel pulmino.

La vicenda, controversa, è stata ora risolta grazie ad una richiesta avanzata dalla senatrice Gabriella Di Girolamo che ha interpellato direttamente il ministero della Mobilità.

La risposta è di quelle che rassicurano le zone montane, soprattutto i piccoli centri che di alternative non ne hanno, non avendo budget e fondi sufficienti.

Nei comuni montani o nei territori in cui non vi è offerta dei servizi predetti – dice il ministero citando un decreto successivo alla legge – possono essere utilizzati veicoli adibiti ad uso proprio. Rientra tra i compiti comunali – previsti dallo statuto – quello dell’obbligo scolastico e pertanto il trasporto dei bambini, residenti nel Comune ed aventi l’età di detto obbligo, può rientrare nell’uso proprio di cui all’art. 82, co. 4, del codice della strada”.

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